Sandra Camicia, Giulia Santantonio Editore: Altralinea 2020 Pag: 220
Tra le realtà insediative della città contemporanea sinora più trascurate nell'agenda urbana ci sono le periferie a carattere produttivo, industriale e/o commerciale. La marginalità di tali spazi nelle pratiche di governo si inscrive in una cultura tecnico-disciplinare che per lungo tempo si è incentrata sull'applicazione, spesso acritica, dei principi dello zoning, secondo il duplice obiettivo della concentrazione/separazione, mentre il disegno dello spazio è stato in genere affidato a standard elementari di natura quantitativa, ignorando quasi del tutto l'abitabilità di questi territori, come se la loro urbanità non fosse un requisito pertinente e necessario. Spesso percepiti come enclave a sé stanti, questi recinti inospitali generano in chi li usa e attraversa un senso di spaesamento e di disagio, una condizione di ed
alle relazioni urbane. In un tale problematico, l'ipotesi di riqualificazione illustrata nel volume intende proporre un possibile percorso per (ri)abitare gli spazi della produzione, conferendo loro una rinnovata urbanità.
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