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Abitare sociale: KCity supporta la scommessa del mondo cooperativo

Abitare sociale: KCity supporta la scommessa del mondo cooperativo

Il tema della casa è sempre più presente nel dibattito nazionale. L’attenzione è rivolta soprattutto al contesto delle grandi città dove l’offerta di mercato risulta proibitiva per molte categorie di persone: oltre al caso degli studenti fuorisede (le cui esigenze si sono palesate con la protesta delle “tende”), sempre più evidente è anche la difficoltà di lavoratori e lavoratrici di alcuni settori legati ai servizi. Oltre a queste, appaiono come domande abitative fragili quelle di chi è in una condizione anomala, precaria, “non bancabile”: è la condizione delle famiglie monogenitoriali, così come quella di chi ha figli e un solo reddito, di chi ha un contratto atipico o indeterminato, di chi ha un passato migratorio, non ha un capitale familiare alle spalle o di ha già subito uno sfratto.

Mentre le politiche di welfare stanno lentamente (e non senza fatiche) provando ad attrezzarsi per rispondere anche a queste esigenze, si rende sempre più evidente il ruolo complementare che può giocare il terzo settore, attivando in questo ambito esperienze pioniere di impresa sociale.  Si tratta di una scommessa importante alla quale KCity –socio AUDIS storicamente impegnato nel campo del design delle politiche per l’”abitare sociale”– da alcuni anni ha deciso di provare a concorrere, fornendo supporto ad Enti non profit interessati a sviluppare competenze e strategie di posizionamento in questo settore. 

Il più recente intervento su questo fronte gestito dall’area di KCity specificamente dedicata alle politiche abitative coordinata da Nicla Dattomo è stato in favore del consorzio di cooperative sociali Consolida, attivo dal 1993 nel territorio della provincia di Lecco e nelle province limitrofe, che aggrega 22 soci (tra cui le cooperative L’Arcobaleno e Aeris, particolarmente interessate al fronte del welfare abitativo). 

Insieme a loro è stato impostato e sviluppato un percorso di collaborazione che, partendo dal riconoscimento e dalla valutazione del patrimonio di esperienze e competenze già disponibili e impegnate per la gestione di progetti abitativi, si è rivolto a delineare scenari di innovazione e azioni strategiche che si misurano con tre principali aspetti:   
• l’insostenibilità di lungo periodo di un modello polarizzato tra offerta pubblica e mercato, che richiede la costruzione di “tasselli” integrativi o intermedi;
• l’estensione dei confini del rischio di esclusione abitativa, che richiede di spostare attenzione sulla prevenzione e sull’accompagnamento all’autonomia;
• la necessità della gestione immobiliare sociale, non solo come servizio  rivolto alle persone, agli abitanti, ma anche come risorsa per reperire e rimettere in gioco gli spazi. 

Questo campo di intervento trova nel privato sociale un importante serbatoio di competenze e risorse che, con il supporto di esperti del policy design abitativo, può trasformarsi in un vero e proprio nuovo settore di economia sociale


03/06/2024
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