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Classifiche green: una riflessione scettica sugli indicatori di sostenibilità in Italia

Classifiche green: una riflessione scettica sugli indicatori di sostenibilità in Italia

L'editoriale del Presidente di AUDIS Tommaso Dal Bosco
Questo è il periodo dell’anno in cui fioriscono le classifiche nazionali, continentali e mondiali delle città vivibili, green, sostenibili con al seguito i soliti commenti di esperti, amministratori premiati e archistar.
Non vogliamo fare quelli che a tutti i costi devono rovinare il gioco ingenuo di chi esulta per essere stato premiato o si affanna per guadagnare posizioni ma, da soggetti appassionati alle autentiche trasformazioni e non al marketing che ci gira intorno che ne è invece un insidioso nemico, una riflessione più ampia la vogliamo dedicare a questo circo. È infatti naturale che il concetto di città green attiri irresistibilmente il pubblico del circuito mediatico, ma è altrettanto opportuno gettare uno sguardo critico su questi elenchi e chiederci quanto siano realmente affidabili.

Gli indicatori: una danza incerta tra dati e manipolazione
Gli indicatori utilizzati per stilare queste classifiche sono come una coreografia complessa, con una miriade di passi incerti. Quanto possiamo davvero fidarci di questi numeri? La variabilità tra un indicatore e l'altro è notevole, e la provenienza eterogenea dei dati li rende ancor più difficili da valutare. In altre parole, mettiamo in discussione la consistenza dietro questi numeri e riflettiamo sul fatto che potrebbero essere più una mossa di marketing che una rappresentazione accurata della realtà.

La manipolazione sottotraccia delle vere necessità di trasformazione
Le classifiche rischiano di trasformare le vere necessità di trasformazione generalizzata delle città (in particolare di quelle italiane, specie se viste in confronto a quelle dei principali partner europei) in uno strumento di marketing altamente manipolabile e manipolatorio. L'attenzione dovrebbe essere concentrata sulle reali esigenze di sostenibilità, ma invece sembra che stiamo premiando chi riesce a presentare meglio la propria immagine. È come se il messaggio sostenibile venisse trasformato in un'arte della persuasione piuttosto che in una reale azione di cambiamento.

La sfida delle sfide demografiche, economiche e geografiche
Oltre a ciò, queste classifiche evidentemente e pesantemente influenzate da fattori demografici, economici e geografici. Anche i fattori di scala giocano un ruolo fondamentale: le città più piccole o quelle con maggiori risorse finanziarie partono con un vantaggio, quasi come una gara dove alcuni partecipanti sono già a metà strada. Dobbiamo chiederci se stiamo davvero premiando la sostenibilità o semplicemente chi parte già in pole position. Forse dovremmo dare a queste città un meritato plauso, ma senza dimenticare che questa competizione potrebbe non essere così equa come sembra.

Conclusioni: tra il miraggio e la realtà caotica
Le classifiche delle città green italiane sembrano un miraggio che cerchiamo disperatamente di afferrare nella realtà. Ci forniscono qualche spunto di riflessione, ma dobbiamo accettare che si tratta di uno strumento a dir poco imperfetto. Sì, può darci una vaga idea, ma la realtà è molto più complessa. E forse, anziché affidarci ciecamente a questi indicatori, dovremmo concentrarci sulla vera trasformazione, quella che va oltre le classifiche e affronta la realtà caotica delle città e soprattutto dei loro abitanti che desiderano e hanno diritto ad una vita autenticamente sostenibile.

 

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Foto di Danist Soh su Unsplash


09/11/2023
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