L'editoriale del Presidente di Audis Tommaso Dal Bosco.
Questo è un numero del tutto speciale della nostra newsletter RIGENERA(TI) e l’editoriale che sono solito scrivere come introduzione ai contenuti di ciascuna uscita questa volta è molto più breve e meno invasivo.
La densità dei contenuti degli interventi di Rosario Manzo e Roberto Nastri che potete leggere e che accompagnano rispettivamente la nostra proposta di Legge sulla rigenerazione urbana e il rapporto finale del progetto OICR ESG e investimenti urbani mi consiglia di attenermi alla illustrazione del senso di questa uscita.
I due prodotti si tengono perché l’articolato di legge rende possibile l’applicazione dell’innovativo modello di approccio studiato sul campo ma, soprattutto e più in generale, abilita tutti i soggetti che una moderna interpretazione del concetto di rigenerazione urbana considera come possibili attori dell’innesco, della promozione o della gestione di un processo di rigenerazione urbana.
Si poteva fare quasi tutto anche prima, ma si sa che, specialmente per la cultura amministrativa tipica del nostro Paese, la previsione normativa costituisce l’unica vera legittimazione di una prassi, senza di che essa non esiste.
Il nostro prossimo passo sarà quello di lavorare a un documento più qualitativo che cercherà di tracciare gli indirizzi applicativi di questi strumenti.
Sono orgoglioso di presentare oggi i frutti del lavoro che in questi ultimi due anni AUDIS ha fatto: il nostro capitale, il nostro patrimonio fatto con il lavoro volontario di soci e simpatizzanti ma non per questo meno esigente e rigoroso sul piano tecnico scientifico.
In particolare, voglio ringraziare i due ispiratori Rosario Manzo e Roberto Nastri che con generosità, impegno, competenza, dedizione e apertura al confronto hanno guidato i processi di elaborazione dei due prodotti.
Sono convinto che questo sia il nostro vero lavoro. Il lavoro di Audis: elaborare strategie innovative che contribuiscano a superare la stanca applicazione dei vecchi paradigmi economici e urbanistici che ancora ispirano l’approccio delle politiche pubbliche a livello nazionale e locale in Italia e che hanno prodotto il disastro delle nostre città.
Spero che la ampia comunità degli operatori che si occupano di rigenerazione urbana, costretta a intrufolarsi nelle pieghe di questi malfunzionanti e iniqui meccanismi per portare a casa la pagnotta, riconosca questo nostro sforzo e decida di dedicare una parte del proprio sapere per contribuire a questa missione aggregandosi a noi.
Ad maiora.
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