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Il ruolo del commercio nelle politiche per le città

Il ruolo del commercio nelle politiche per le città

di Paolo Testa*
Per l’appuntamento di Confcommercio – Imprese per l’Italia a UrbanPromo 2023, abbiamo deciso di ragionare insieme a un gruppo qualificato di relatrici e relatori sulla direzione che le politiche urbane europee, nella loro articolazione di regolamenti, programmi e finanziamenti, imprimono alle economie di prossimità, e quali prospettive possiamo adottare nel nostro Paese per consentire una loro piena applicazione e di conseguenza, auspicabilmente, un miglioramento della qualità di vita per le nostre comunità urbane. Da sempre siamo consapevoli che, per sostenere la crescita dell’ampio e articolato mondo di soggetti che Confcommercio-Imprese per l’Italia rappresenta, è importante cogliere le opportunità offerte dall’Europa in ambito urbano, facendo costantemente riferimento alla relazione inscindibile tra città e imprese economiche che caratterizza da sempre le città italiane e che ha dato origine a luoghi urbani vitali, con una presenza capillare di attività di prossimità che rivestono un ruolo economico e sociale centrale per le comunità di riferimento.

Città e commercio, infatti, sono legate da un rapporto biunivoco: un contesto urbano vitale e accogliente supporta lo sviluppo delle imprese del terziario di mercato; le imprese forniscono ai cittadini qualità di vita urbana, servizi, sicurezza, lavoro, benessere e coesione sociale. Di fronte ai cambiamenti in atto nella città contemporanea e agli impatti negativi sull’economia e sulla società, emergono tre direttrici verso cui orientare le azioni dei diversi attori urbani.

1. La città della prossimità che supera la rigida separazione funzionale della città moderna e, con essa, le lunghe distanze, i costi ambientali, le disuguaglianze sociali per creare quartieri funzionalmente ricchi e vari, basati su progetti integrati di rigenerazione che sostengano i servizi di vicinato e riducano le necessità di spostamento. Il negozio crea comunità nella città della prossimità. Le attività economiche di vicinato non solo forniscono beni e servizi, ma contribuiscono anche al senso di appartenenza e alla qualità della vita nel quartiere. Comodità e inclusione delle fasce deboli, walkability e sostenibilità, legami e interazione sociale, diversità di scelta e pluralismo distributivo, vivacità dello spazio pubblico e percezione di sicurezza, sviluppo locale senso di identità sono alcuni dei punti di forza che aggiungono valore alla vita di comunità.

2. La città policentrica che riequilibra le diseconomie del modello monocentrico, creando un sistema di centralità urbane (centri storici, zone di maggior pregio, aree semicentrali, periferie e comuni di cintura) in cui si valorizzano caratteristiche identitarie e si sviluppano specializzazioni attrattive – tra cui quelle legate al commercio e ai servizi. Il negozio crea opportunità nella città policentrica. Commercio e servizi ne qualificano i nodi attraverso la caratterizzazione dell’offerta e la promozione delle diversità, attivando flussi e generando contaminazioni e interconnessioni nella comunità urbana. La combinazione di queste componenti può rendere ogni quartiere unico e attraente, creando un senso di vivacità costante e un senso di scoperta per i residenti anche nella loro stessa città.
 

3. La città bene comune che viene progettata, organizzata e gestita per il beneficio e il benessere collettivo di tutti i suoi abitanti, agendo su leve come la partecipazione, l’accesso a risorse e servizi, l’economia urbana e il lavoro, la sostenibilità e la qualità degli spazi pubblici: una città centrata sulla persona e sul soddisfacimento dei suoi bisogni. Il negozio crea valore nella città bene comune. Gli imprenditori e le loro rappresentanze territoriali sono attori civici che abbracciano una visione di impresa responsabile e attenta ai bisogni della comunità. Senso di appartenenza e conoscenza diretta del contesto in cui operano permettono loro di contribuire alla costruzione di politiche urbane efficaci, creando valore economico e sociale. La sinergia tra il tessuto imprenditoriale e si traduce non solo in opportunità economiche, ma in un arricchimento sociale e culturale.

Per uno sviluppo urbano efficace, inclusivo e sostenibile, secondo gli indirizzi europei, serve la capacità di mettere in campo progettualità integrate che tengano conto di diversi ambiti di intervento. Su tutti: la qualità dell’ambiente costruito, la coesione sociale e lo sviluppo economico locale. Oltre a questi aspetti ne devono, poi, essere considerati molti altri tra cui, ad esempio, la sostenibilità ambientale, la mobilità urbana, la logistica dell’ultimo miglio, il flussi turistici e il capitale culturale urbano. Tutti ambiti che coinvolgono direttamente e indirettamente le imprese rappresentate da Confcommercio e in cui possiamo contribuire alla costruzione di politiche urbane efficaci, grazie alla conoscenza diretta del contesto in cui i nostri imprenditori operano.
La centralità di città e territori in ambito europeo è confermata, anche per il prossimo settennio, negli indirizzi programmatici della nuova Politica di coesione che prosegue nell’impegno europeo per lo sviluppo territoriale integrato, con l’obiettivo di realizzare strategie urbane sostenibili e condivise. A tali risorse vanno sommate quelle per le aree urbane contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, nonostante le incertezze determinate dalle rimodulazioni di inizio estate, vogliamo considerare ancora come determinanti per l’infrastrutturazione delle città italiane. Un “tesoretto” ingente (oltre 15 miliardi), per accedere alle quali –come da prassi europea– è fondamentale la prontezza di risposta in termini di qualità progettuale. È quindi fondamentale, in questo momento, rafforzare il dialogo tra enti territoriali e attori locali al fine di rendere stabili le pratiche di partecipazione e coinvolgimento del partenariato economico e sociale per la definizione di interventi e politiche condivise e concretamente rispondenti alle necessità dei territori. E in questo solco si pone anche il rinnovo del Protocollo nazionale d’intesa tra ANCI e Confcommercio, sottoscritto lo scorso luglio, con la finalità di consolidare la reciproca collaborazione tra le due organizzazioni per la definizione di una visone comune delle città del domani. 

Se le opportunità provenienti dal PNRR e dalla Politica di coesione, in termini di progetti e sinergie, vanno quindi colte prontamente, l’approccio dei distretti del commercio – ormai presenti in molte realtà regionali – si pone come un interessante modello di collaborazione pubblico-privato per la trasformazione concertata dell’ambiente urbano, per uno sviluppo coordinato del sistema economico urbano, per il rafforzamento del dialogo con le Istituzioni e per un maggior accesso ai finanziamenti disponibili. La stagione che abbiamo davanti è sfidante e come Confcommercio intendiamo fare la nostra parte. Si tratta di lavorare ad una nuova visione delle città italiane e del terziario urbano di mercato e per fare questo la Confederazione sta portando avanti il progetto CiTIES, acronimo di Città e Terziario: Innovazione Economia Socialità, il cui avvio è stato anticipato proprio ad Urbanpromo l’anno scorso. Un progetto che considera le città come “laboratori del cambiamento” e si propone come piattaforma di conoscenza multidisciplinare per migliorare i centri urbani e sostenere le economie di prossimità, in un quadro di reciproca collaborazione con le Amministrazioni locali e gli altri stakeholder. 

 

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* Responsabile Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana
Dir. Centrale Relazioni Istituzionali e Servizi Legislativi
Confcommercio - Imprese per l'Italia


08/11/2023
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