A fine maggio ha preso il via un ciclo di masterclass dal titolo Rigenerazione urbana: innovazione dei modelli e misurazione degli impatti, organizzato dal SUR Lab dell’Università Bocconi, con il supporto di Gbc Italia, all’interno del progetto MUSA (Spoke 1) finanziato con fondi PNRR. Cinque incontri più un workshop finale per affrontare il tema dell’impatto economico della riqualificazione immobiliare pubblica e privata, partendo dalle competenze necessarie alla pianificazione, gestione e valutazione dei processi di rigenerazione urbana. Incontri gratuiti e aperti a tutti (capienza limitata a 60 posti, ammissione in base all’ordine delle iscrizioni) con il proposito di coinvolgere studenti ma anche amministratori e funzionari pubblici, progettisti, sviluppatori, imprese, immobiliaristi e altri attori del sistema.
Qui il programma dettagliato e i collegamenti per iscriversi ai prossimi appuntamenti.
A promuovere questa iniziativa così come le tante altre messe in cantiere dal Sur Lab è il suo fondatore e direttore Prof. Edoardo Croci, docente universitario, economista ambientale, già assessore ad Ambiente, Mobilità e Trasporti al Comune di Milano tra il 2006 e il 2009.
Lo abbiamo intervistato per la nostra newsletter Rigenera(ti)
Come nasce l’idea di questo ciclo di masterclass dedicate, si può dire, agli strumenti base della rigenerazione urbana? E com’è andata la prima?
«La logica è quella di complementare le nozioni di rigenerazione urbana di tipo urbanistico e legale con quelli che sono invece gli aspetti economico-sociali e ambientali. Da qui la decisione di aprire le iscrizioni a tutti. Già per questo primo appuntamento le domande sono state tante e abbiamo coperto quasi tutti i posti a disposizione. Sono molto soddisfatto della composizione e della varietà dei partecipanti: la porzione predominante, per circa un 25%, data da progettisti e professionisti, architetti e ingegneri, ma poi anche tanti rappresentanti di società di consulenza sui temi e sui protocolli energetico-ambientali, sviluppatori immobiliari, sistema finanziario, pubblica amministrazione e poi studenti».
Che cos’è il SUR Lab?
«SUR Lab sta per Sustainable Urban Regeneration Lab ed è entrato nel quarto anno di attività. Nella nostra università un Lab è l’equivalente di un centro di ricerca ma con un orizzonte temporale determinato, nel nostro caso 5 anni, quindi siamo prossimi alla scadenza e vedremo se, come auspico, il progetto sarà rinnovato. Siamo a tutti gli effetti una struttura di ricerca con un team di ricercatori che io dirigo e, tra le varie attività, ci sono anche quelle legate alla formazione e alla disseminazione di risultati, come appunto questa delle masterclass. Inoltre il SUR Lab è anche la struttura di riferimento dell'università Bocconi per il progetto Musa che ha tra i suoi Spoke quello sulla rigenerazione urbana sostenibile».
Per la prima volta un’università come la Bocconi propone un centro di ricerca specifico sulla rigenerazione urbana. È una ulteriore conferma della grande attenzione che in questi ultimi tempi circonda il fenomeno. Di rigenerazione si parla molto, soprattutto a Milano ma non solo, si organizzano tanti eventi di successo, il concetto indubbiamente va di moda, il rischio forse è che la rigenerazione diventi un paravento per coprire di buona reputazione anche quello che è pura “sostituzione edilizia”
«La rigenerazione urbana può impattare sul territorio e a certe condizioni può essere una grande opportunità anche sociale e ambientale. Noi studiamo quelle condizioni. E sì, è la prima volta che la Bocconi affronta questa tematica, ma l'aspetto interessante è che lo fa proprio con quegli elementi di tipo socio-economico e di impatto ambientale che in questo momento il mercato richiede. Le nostre masterclass vedono un’adesione molto ampia proprio perché forniamo delle conoscenze, in questo caso gratuitamente, necessarie nel profilo formativo di diverse figure professionali, anche Senior, che in questo momento sono molto richieste. Oggi siamo nella fortunata situazione in cui costruire con attenzione alla riduzione delle emissioni climalterenti, ai materiali e alla circolarità, così come creare aree verdi nuove e mantenerle, sono tutti elementi apprezzati da parte del mercato. La richiesta, sia da parte pubblica che da quella privata, quindi parliamo di investitori, sviluppatori e asset manager, è quella di riuscire a misurare correttamente il valore sociale che si ottiene dalla rigenerazione urbana. Più questo viene comunicato in modo chiaro, misurabile, oggettivo e trasparente, più si avvera la sinergia tra gli interessi legittimi dei privati e del Pubblico».
Il lato oscuro della rigenerazione urbana si chiama gentrificazione. Se aumenta il valore aumentano i costi e di conseguenza molte fasce di popolazione sono escluse da intere zone della città. Lei che è stato importante amministratore a Milano e che da assessore all’ambiente della giunta Moratti ha introdotto strumenti importanti e innovativi come il bike sharing e soprattutto l’Ecopass, come pensa che le trasformazioni in atto finiranno per impattare sulla città?
«Superata la fase delle aree ex industriali, la prossima ondata di rigenerazione qua a Milano riguarda le aree ex ferroviarie. Una trasformazione certamente positiva, perché, rispetto all’abbandono e al degrado, porta qualità e servizi. Porta anche all’aumento dei prezzi, è una legge di mercato inevitabile. E qui si aprono dei problemi di tipo sociale. Chi è proprietario della casa in cui abita, condizione in cui vivono la grande maggioranza degli italiani, ne ricava dei vantaggi, chi invece vive in locazione o vorrebbe trasferirsi a Milano per motivi di studio o di lavoro può incontrare notevoli difficoltà. Ci sarebbero una serie di risposte pubbliche, in parte legate a forme di prezzi calmierati, ma soprattutto secondo me legate alla città metropolitana. Milano è una città piccola nelle dimensioni, compatta, nella sua area metropolitana esistono luoghi ben connessi anche al centro città, all'università. Questi luoghi devono diventare a loro volta dei luoghi attraenti, vivaci, sicuri, ricchi di servizi. Non ci sarà più conflitto su uno spazio limitato, che è quello dei confini amministrativi di Milano, se impareremo ad integrare al meglio la nostra area vasta».