L'editoriale del Presidente di AUDIS Tommaso Dal Bosco
Non serve certo ricordare qui che le politiche abitative rappresentano una delle sfide più pressanti del nostro tempo, coinvolgendo non solo le città, ma l’intero sistema Paese. Un tema che come ben sappiamo si intreccia profondamente con la rigenerazione urbana, trasformandosi in una leva strategica per il futuro dei territori. Lo riprendo qui perché questa connessione è emersa con forza durante il side event di IFEL che ho avuto il piacere di moderare lo scorso 22 novembre a Torino, nell’ambito dell’assemblea ANCI. In quell’occasione, per prepararmi all’evento, avevo deciso di rileggere i documenti prodotti durante la mia esperienza in ANCI come responsabile delle politiche abitative, terminata circa dieci anni fa. La sensazione, rileggendoli, è stata disarmante. Stessi toni emergenziali e tema dominato da uno Stato che, unico in Europa, ha deciso, con il trasferimento delle competenze amministrative alle regioni, di uscire completamente di scena. Non solo sul piano finanziario ma anche rinunciando a svolgere un ruolo di indirizzo e coordinamento. L’unico cambiamento registrabile è un netto e tangibile aggravamento della situazione.
Allora, ad esempio, non si parlava ancora di turistizzazione delle città, con l’avvento degli affitti brevi che hanno ulteriormente ridotto lo stock disponibile di case in affitto per la popolazione residente. Inoltre allora si sperava di invertire la rotta dello scivolamento della fascia grigia verso la povertà che invece, come è noto, si è aggravato.
Le interviste di questa newsletter ci consegnano un quadro lucido e articolato delle sfide che il nostro Paese affronta in materia di politiche per l’abitare. Federica De Luca, dell’Inapp, denuncia la frammentazione della governance nazionale e la carenza di dati utili per disegnare politiche efficaci. Andrea Failli, dell’Osservatorio Sociale della Toscana, illustra invece come una governance regionale ben strutturata possa fare la differenza, mostrando la Toscana come un caso virtuoso. Da questi contributi emerge un messaggio chiaro: non esiste welfare senza una casa, e affrontare il tema dell’abitare significa rispondere a una questione sociale ed economica di primaria importanza.
Il dibattito torinese (che potete recuperare su Youtube) ha messo in evidenza la centralità di queste tematiche anche per gli amministratori locali. Realtà come Torino, Parma, Napoli e Novara stanno cercando risposte, ma spesso in un contesto di risorse limitate e di regole poco chiare. Eppure, come sottolineato dai partecipanti, politiche abitative efficaci sono la base per ogni progetto di rigenerazione urbana che voglia essere davvero trasformativo. Non basta costruire o ristrutturare: servono politiche che tengano insieme il diritto alla casa, la sostenibilità e l’inclusione sociale.
Questi temi torneranno nuovamente al centro del dibattito grazie all’evento Perspective Smart City organizzato dalla rivista The Plan a Napoli, dal 9 all’11 dicembre. Un’occasione importante per rilanciare il dibattito in un contesto che ne amplifica la rilevanza. Napoli, città simbolo di contraddizioni ma anche di straordinarie opportunità, sarà il palcoscenico ideale per interrogarsi su come politiche abitative e rigenerazione urbana possano contribuire a trasformare le nostre città. E voglio leggere anche come un fatto importante e positivo che il nuovo presidente dell’ANCI, eletto proprio a Torino, sia il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: una coincidenza che rafforza la centralità del Sud, dove anche la pur importante esperienza del social housing non ha attecchito, con spunti ci auguriamo originali e fuori dalla retorica del solo intervento finanziario statale nel guidare questa riflessione.
Il collegamento tra casa e città, tra politiche abitative e rigenerazione urbana, non è solo un tema tecnico: è una questione culturale. Per troppo tempo l’Italia ha sottovalutato l’importanza del tema abitativo, forse confidando in quel 70% di popolazione proprietaria di una casa. Ma oggi, come evidenziato nelle interviste, la realtà è profondamente diversa. Crescono le difficoltà per chi vive in affitto, aumentano gli sfratti, e il mercato immobiliare è sempre più inaccessibile per le famiglie a basso reddito. Politiche che affrontino questi temi non sono più rimandabili.
A Napoli, mi auguro di riprendere il dialogo avviato a Torino con interlocutori qualificati come Laura Lieto, per cercare non solo di analizzare i problemi, ma di proporre soluzioni concrete. Le esperienze virtuose, come quelle toscane, devono diventare un punto di riferimento; le città devono tornare al centro delle politiche nazionali con progetti integrati, capaci di affrontare il disagio abitativo e rilanciare i territori. Non possiamo limitarci a gestire le emergenze: dobbiamo costruire una visione condivisa che metta al centro le persone, le comunità e il diritto alla casa.
Rigenerazione urbana e politiche abitative sono due facce della stessa medaglia. È una sfida ambiziosa, ma necessaria, per trasformare il nostro modello di sviluppo urbano in uno più equo, sostenibile e inclusivo. Napoli può essere il luogo da cui partire, per costruire insieme città che non siano solo abitabili, ma vivibili.
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Foto di Montse Monmo su Unsplash