Lo scorso 13 aprile si è tenuto al MAXXI di Roma il primo convegno nazionale dedicato ai primi risultati dell’esperienza del Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, promosso dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Il programma ha finanziato con 2,8 miliardi del PNRR 159 progetti proposti per la maggior parte dai Comuni e dalle Città metropolitane. Sono intervenuti rappresentanti delle Istituzioni e degli Enti sensibili e competenti in materia di rigenerazione urbana. Il fil rouge degli interventi è stato essenzialmente uno: con il PINQUA si apre una nuova stagione di politiche e progetti di rigenerazione urbana accomunati dal fatto di attribuire priorità ad un obiettivo, quello di contribuire a “costruire o ri-costruire comunità” nei territori e nelle aree urbane più in crisi. La riqualificazione fisica, l’architettura e l’urbanistica sono strumenti, tra gli altri, al servizio dello sviluppo di infrastrutture “sociali”.
Sono stati quindi presentati gli 8 progetti che l’Alta Commissione ha selezionato come maggiormente rappresentativi dello spirito del Programma, che ambisce a modificare radicalmente il modo di intendere la rigenerazione urbana rispetto al passato, andando oltre la categorie consolidate e tradizionali e non limitandosi alla “casa” ma agendo sul contesto ampio di bisogni e opportunità espresse dal territorio. Corigliano-Rossano (Calabria), Cuneo (Piemonte), Genova (Liguria), Lecce (Puglia), Mantova e Milano (Lombardia), Roma (Lazio) e Teramo (Abruzzo) sono le 8 città che ospiteranno questi interventi innovativi, che sono stati illustrati dai loro Sindaci e dai progettisti da loro incaricati di curare la proposta.
Il primo progetto presentato è stato SchiavoNEA “Nuove Energie per l’Abitare”, il progetto per la rigenerazione della frazione marina del comune calabro di Corigliano-Rossano, che l’Amministrazione Locale ha affidato ad un team di professionisti integrato, composto da esperti di progettazione della rigenerazione sociale (lo studio KCity di Milano, socio AUDIS) e da esperti di progettazione architettonica (Atelier(S) Alfonso Femia). La scommessa sull’approccio progettuale integrato e sulla combinazione di competenze sociali e fisiche si è rivelata la carta vincente per un progetto che ha saputo rispondere efficacemente alla sida complessa lanciata dal Programma.
All’interno di un borgo di circa 7000 abitanti, nel quale la valorizzazione della storica identità marinara e il recente sviluppo della vocazione turistica scontano le criticità dell’abitare in un contesto sviluppatosi in modo repentino, in parte abusivo e disordinato, è stata concepita una strategia di rigenerazione che mira a soddisfare le domande abitative e di servizi di quattro popolazioni target: giovani coppie, lavoratori agricoli stagionali, turisti e pescatori. Il progetto prevede l’introduzione di un nuovo sistema di offerta per l’abitare volto a sviluppare sinergie tra queste domande, riutilizzando beni confiscati, riconvertendo un bene di pregio come centro servizi di comunità, aprendo ad usi anche ricreativi gli edifici della scuola, migliorando le infrastrutture pubbliche per la mobilità e l’illuminazione, sperimentando forme di gestione immobiliare sociale e modelli di co-progettazione con il terzo settore locale.