Trovare una via più sostenibile allo sviluppo delle città? Per l’Assemblea generale dell’Onu è possibile. Per questo dopo la prima edizione a Vancouver nel 1976 e la seconda a Istanbul nel 1996, è toccato a Quito, la capitale dell’Ecuador che ha vissuto un’urbanizzazione accelerata negli ultimi 20 anni, ospitare dal 17 al 21 ottobre Habitat III, la terza conferenza sull’abitare e lo sviluppo urbano sostenibile delle Nazioni Unite. L’appuntamentomirava a definire quella che per il segretario generale uscente dell’Onu Ban Ki-moon è la “nuova agenda urbana” indispensabile per “riorganizzare il modo in cui pensiamo di gestire le città e di viverci”, un documento di buoni propositi per un futuro più equilibrato, sostenibile e integrato. La ‘New Urban Agenda’ va inquadrata come un’estensione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile approvata a settembre dello scorso anno. Habitat III ha riunito sindaci, autorità locali e regionali, la società civile e gruppi comunitari e urbanisti chiedendo loro di lavorare insieme per capire come rendere le città di tutto il mondo più inclusive, più verdi, più sicure e prospere. Una visione condivisa e non vincolante, ma che impegna i paesi di tutto il mondo ad attivare governance multilivello per garantire l’emergere di politiche urbane innovative e capaci di tener dentro del vivere urbano e sostenibile.
Tra i principali contenuti presenti nel documento finale, troviamo i concetti di diritto alla città, contrasto allo sprawl urbano e rigenerazione delle periferie urbane. Tutto in una logica che non è più solo quella della “prosperità urbana”, ma si ribadisce piuttosto la necessità di garantire un accesso equo a risorse e servizi urbani, assicurando uno sviluppo policentrico e città più compatte.
Non dimenticando che “oggi più del 54% della popolazione mondiale vive in città, consumando il 65% dell’energia globale e producendo il 70% delle emissioni di CO2. Entro la fine del 2016 altri 70 milioni di abitanti dovrebbero spostarsi nei grandi centri urbani, mentre al 2030 le megalopoli passeranno dalle attuali 28 a 41, con 10 milioni di abitanti ciascuna. Fino ad arrivare al 2050 quando si prevede che la popolazione urbana mondiale crescerà di altri 2,6 miliardi, portando il numero totale di abitanti delle città a 6,3 miliardi. Con conseguenze catastrofiche da un punto di vista ambientale: si genereranno oltre 2 mld di tonnellate di rifiuti e l’inquinamento dell’aria, secondo gli ultimi dati Ocse, ucciderà 3,6 milioni di persone all’anno in tutto il mondo.
La Nuova Agenda Urbana è un impegno per affrontare questi cambiamenti.
Link di approfondimento:
- http://www.huffingtonpost.it/simone-dantonio/nuova-agenda-urbana_b_12658784.html?utm_hp_ref=italy
- http://www.unimondo.org/Notizie/Per-una-nuova-agenda-urbana-!-160805
- http://www.rinnovabili.it/categoria-eventi/habitat-iii-nuova-agenda-urbana-666/
- http://www.huffingtonpost.it/simone-dantonio/nuova-agenda-urbana_b_12658784.html
- http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/art/territorio-e-sicurezza/2016-10-27/la-nuova-agenda-urbana-e-ruolo-decisivo-comuni-l-implementazione-170023.php?uuid=ABUc1xYB&refresh_ce=1
- http://www.green.it/sviluppo-sostenibile-onu-nuova-agenda-urbana/
Consulta la Nuova agenda urbana qui: https://habitat3.org/the-new-urban-agenda
(Pubblicato il 10 novembre 2016)