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AUDIS per la riforma urbanistica

AUDIS per la riforma urbanistica

La missione di AUDIS, coerentemente sviluppata in quasi vent’anni di attività dalla sua fondazione (1995) ai giorni nostri, è sempre stata quella di seguire e sviluppare la rigenerazione urbana nei suoi vari aspetti rappresentando nel contempo il punto di raccordo tra le esigenze pubbliche e le istanze dei privati. In questa veste AUDIS  ha monitorato nel tempo quelle che abbiamo chiamato le quattro stagioni della rigenerazione. La prima, quella eroica, iniziata nella prima metà degli anni ’90 con i famosi PRU, i “Programmi di riqualificazione urbana” del decreto Fontana, che hanno dato in via anche in Italia ai  progetti di trasformazione delle grandi aree industriali dismesse. Effettivamente, nel decennio 1995/2005 che resta una delle poche tappe da ricordare positivamente  nella storia dell’urbanistica italiana, molte grandi e medie città italiane hanno cambiato volto. Ed AUDIS ha contribuito non poco alla riuscita di questo obiettivo, analizzando i processi ma soprattutto mettendo a confronto le diverse esperienze, chiamando attorno  allo stesso tavolo le amministrazioni comunali (Torino, Genova, Bergamo, Venezia, Padova, Bologna, Modena, Ravenna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, e tante altre ancora) ma anche gli operatori privati, le imprese di costruzioni che ambivano a diventare developers, gli investitori, il mondo delle immobiliari e del real estate. Un lavoro finalizzato alla ricerca delle buone pratiche da  diffondere in un processo di acculturazione che incontrava l’entusiasmo degli operatori pubblici e privati.

Dal 2003 inizia la seconda stagione, quella del recupero degli immobili pubblici, ceduti dallo Stato ai Comuni in seguito al federalismo fiscale, tutt’ora in corso. Terza fase, viene lanciata nel 2003 quella che – con un termine un po’ provocatorio –  fu chiamata la rottamazione dei quartieri di edilizia popolare degli anni ’50, complessi ormai in situazioni di avanzato degrado e disagio sociale; impegno certo ineludibile, ma estremamente difficoltoso e problematico per i troppi vincoli da cui è ingessato il comparto.   
Nei primi anni ‘2000 il processo  continua sia pure con qualche difficoltà, finchè nel 2007 arriva la crisi. Non occorre farne la storia, la conosciamo fin troppo bene e la viviamo ogni giorno. La crisi devasta le imprese,  migliaia di posti di lavoro vengono perduti, le banche scottate dai fallimenti chiudono i rubinetti dei finanziamenti, la domanda delle famiglie si riduce drasticamente. L’epoca della rigenerazione si blocca, i progetti già avviati vengono fermati o procedono stancamente, quelli nuovi – anche quelli già approvati -  vengono rimessi nel cassetto in attesa di tempi migliori. Migliaia di imprese falliscono, nel mentre  si allungano le liste dei senza casa, con crescenti proteste e tumulti sociali. Infine si aggiunge  quella che potremmo chiamare la quarta stagione della rigenerazione, i capannoni industriali chiusi per cessata attività delle aziende; solo a Torino sono più di 3.400, con dati ogni giorno superati.
Anche tra i professionisti c’è poco lavoro, si occupa il molto tempo libero facendo convegni. Quando si uscirà dal famoso tunnel, e cosa ci sarà dopo. I guru dell’economia e del sociale sfornano a getto continuo le loro previsioni, quasi sempre diverse, ma su un punto sono tutti d’accordo: dopo niente (o quasi) sarà come prima, non è una crisi ciclica ma di sistema, non torneranno mai più i tempi d’oro, bisognerà adattarsi ad un lungo (speriamo non eterno) periodo di vacche magre, con risorse scarse sia pubbliche che private. Si ripensa al passato, vengono alla luce gli errori (ed i disastri) del modello di sviluppo precedente, quello della grande espansione delle città a scapito del territorio agricolo, dell’ambiente e del paesaggio. Si parla ormai di consumo di suolo zero, mentre la città dovrà metabolizzare – in chissà quanto tempo - la grande quantità di aree dismesse che si ritrova al suo interno; e così il punto focale di ogni programma diventa la rigenerazione urbana. Ma è pur sempre dalla città che bisogna ripartire: questo è infatti il focus del programma Europeo 2014/2020.

Per uscire dal guado (o dalla palude, o dalle sabbie mobili, come preferite) le ricette non sono molte, ma convergono su alcune linee essenziali. Uno degli ostacoli più evidenti alla ripresa è senza dubbio data dall’apparato urbanistico (strumenti e procedure), una sterminata caterva di leggi,  leggine e circolari, che da un lato  non garantiscono nemmeno l’obiettivo primario della tutela e salvaguardia del territorio e dell’ambiente - tema cruciale per una nazione come la nostra dove il territorio è un bene prezioso in quanto limitato ed altamente precario; ma  soprattutto stritola in un nodo scorsoio anche le poche iniziative di sviluppo che potrebbero partire. In particolare si lamenta la confusione derivante dalla eccessiva proliferazione di leggi regionali che ha determinato la divisione del paese in tante repubbliche indipendenti.
Ecco allora che dal versante dell’urbanistica – amministratori e tecnici – finalmente qualcosa si muove alla ricerca di nuove soluzioni in grado di dare una risposta ai problemi. Vengono presentate numerose proposte di legge, in particolare sulla riduzione del consumo di suolo. Ma è importante soprattutto la proposta di riforma del Titolo V° della Costituzione che dovrebbe modificare sostanzialmente il quadro istituzionale; ad esempio con la riduzione del numero dei comuni,  già attuata in numerosi paesi europei.
Anche AUDIS imbocca decisamente questa linea. Nel convegno di Modena del Maggio scorso – dal titolo “Rigenerare l’Italia – Ruoli, obiettivi, strumenti per ripartire dalle città” - presenta un documento che espone le linee secondo le quali riformare il sistema vigente. Si definiscono anzitutto gli obiettivi da perseguire con le politiche territoriali – consumo di suolo, rigenerazione urbana, rinnovo edilizio e risparmio energetico, riqualificazione delle periferie, social housing, tutela dell’ambiente, recupero del paesaggio, insediamenti turistici, e così via – ma si propongono altresì drastiche modifiche al sistema della pianificazione nel segno dell’efficienza e della semplificazione. AUDIS chiama a partecipare  al convegno i soggetti che operano sul territorio – le amministrazioni (ANCI), i professionisti (CNAPPC, CNI-CENSU), gli operatori (ANCE, Federimmobiliare), le associazioni culturali (INU, Legambiente): associazioni che esprimono il loro sostanziale consenso al documento presentato da AUDIS.        

Nel frattempo si muove finalmente anche il governo. Nel luglio scorso il MIT (Ministro Lupi) presenta a Roma una proposta articolata di nuova legge urbanistica, “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana”, invitando enti ed associazioni a presentare a tempi brevi le loro osservazioni; impegno assolto con buona volontà entro il mese di settembre. Anche AUDIS presenta un ampia relazione che, partendo dalle tesi di Modena, formula una serie di critiche ma anche di proposte in modifica ed integrazione della bozza Lupi. Documento che viene unanimemente apprezzato dagli addetti ai lavori.
A questo punto la situazione è matura per l’ultimo passaggio. AUDIS, partendo dalla propria osservazione ma tenendo conto anche di quelle presentate dai soggetti pubblici e privati  che avevano partecipato al convegno di Modena mette a punto uno schema di articolato di legge riassuntivo di tutti i passaggi precedenti. Su questa bozza sta iniziando il confronto con i vari soggetti. L’impegno è di chiudere il percorso entro il prossimo gennaio per arrivare possibilmente ad un documento unitario tra soggetti pubblici e soggetti privati; da presentare poi alle forze politiche per una approvazione che si spera vicina, compatibilmente con i tanti e gravi problemi che sta affrontando il governo. E’ chiaro infatti che la convergenza d’interessi tra pubblico e privato su un documento ed un percorso condiviso può rappresentare una spinta determinante al mondo politico per chiudere finalmente una vicenda – la nuova legge urbanistica – che tra alti e bassi si trascina ormai da 70 anni.

Dionisio Vianello, Presidente onorario AUDIS

L'articolo orginale al link: http://www.edilio.it/linee-di-azione-per-la-rigenerazioneurbana-una-nuova-legge-urbanistica/p_21881.html

(pubblicato il 18 dicembre 2014)

18/12/2014
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