La Roma del fare si è data appuntamento al centro congressi dell’Eur per mettere a punto i prossimi passi per la rinascita della Capitale. All’evento di Sustainable Places 2021, ideato da R2M Solution e PPAN, co-organizzata con EUR Spa che si è proposta come piattaforma di networking e osservatorio sulle smart city e le città carbon neutral, i player privati e quelli pubblici attivi su Roma hanno chiuso stamattina l’evento indicando la ricetta per non fallire le tante opportunità di questo momento magico per la Capitale.
Sostenibilità, semplificazione, ma soprattutto rete e collaborazione. Questo è il tempo in cui non si vince più da soli, ha rimarcato più volte Alessandro De Biasio, ceo di Gabetti Lab. Uno sguardo nuovo sui processi e le procedure, anche innovando gli strumenti, è necessario (e già si vede) per affrontare questo momento propizio in cui si incrociano opportunità straordinarie: dai grandi eventi internazionali (Giubileo 2025, Expo 2030) ai fondi del Pnrr. Tre le “bandierine” di questo cambiamento: tre realtà che cambieranno il volto della città eterna. Da Campo Urbano, vincitore del concorso di Reinventing Cities per l’area di Tuscolana alla sfida aperta di Tiburtina, un milione di metri quadri di superficie, quasi equivalente ai 7 scali ferroviari milanesi prossimi alla rigenerazione, fino ai risultati di Sidief, la start up della Banca d’Italia che ha quasi compiuto i suoi primi 8 anni, che si occupa della valorizzazione del patrimonio costruito. «Per investire a Roma bisogna fare. Da parte nostra, siamo sull’ordine dei 15 milioni all’anno di manutenzione con finalità che hanno anche risvolti sociali e per un buon abitare. Nella Capitale abbiamo 80 palazzi in proprietà da gestire», racconta Carola Giuseppetti, direttore generale Sidief.
Tutti d’accordo sul metodo: fare squadra e ascoltare i giovani che di questa terra sono oggi i veri custodi.
A scala nazionale, i Comuni sono pronti, alcune città hanno già all’attivo politiche nuove, «ma senza capacità di ascolto e di condivisione con i cittadini, non si va da nessuna parte», spiega Paolo Testa, responsabile area studi e ricerche, politiche per la coesione territoriale sottolineando ancora una volta la componente “umana” e di inclusività dei progetti di rigenerazione urbana. In parte è anche una questione di linguaggi, come spiega Gianni Massa, vicepresidente vicario Consiglio nazionale ingegneri (Cni) e direttore editoriale dell’Ingegnere Italiano. «Oggi parliamo di transizione: passare da un punto all’altro. Il focus dovrà essere nel processo: il percorso è al centro del ragionamento per affrontare queste nuove sfide. E le nuove professioni devono saper gestire la complessità. Come? Facendo collaborare competenze», conclude Massa. Saper unire i linguaggi, è l’unico strumento vincente per affrontare un’epoca di cambiamenti e spinte forti. “Non più da soli” è il leit motiv della mattinata. Occorre lavorare in parallelo e non in sequenza, per una progettualità sartoriale, «alternando artigianato e industria» ha commentato Carola Giuseppetti.
«Gli attori di questo processo di cambiamento non sono antagonisti in campo, ma attori di uno stesso film», precisa Giovanni Cardinale, vicepresidente Cni, membro del board Feani.
«Mettere valore nei progetti, al di là della fattibilità economica finanziaria. L’unica strada per uscire dalla grande crisi sanitaria e climatica è un approccio collaborativo e partecipato» aggiunge Carlo Castelli, head of cities solutions Europe Jacobs.
Dalla casa, alla mobilità, tutto deve essere ridiscusso. «I trasporti sono responsabili di un quarto delle emissioni di gas effetto serra nell’Ue e sono in continuo aumento. L’obiettivo al 2050 è la riduzione del 90% delle emissioni prodotte dai trasporti al livello Ue. E le politiche europee per la mobilità sostenibile mettono in campo molti finanziamenti come il Programma CEF Transport», ricorda Georgia Aues Scek Mohamed, responsabile finanziamenti europei Cef e Ten-t Ferrovie dello Stato Italiane spa.
«Il nostro futuro sono i nostri ragazzi, sono loro oggi i padroni di casa. Con loro possiamo cambiare la narrazione di questo Paese», precisa De Biasio di Gabetti Lab. «Il bello di questa iniziativa, nata nove anni fa in giro per l’Europa, è mettere insieme il mondo della ricerca con quello del mercato. In questi quattro giorni ci sono stati più di 200 ricercatori che hanno parlato di tecnologie che cercano di atterrare nel mondo del real estate per portare un cambiamento e fare in modo che si possa beneficiare tutti di questi “sustainable places”. Si sono collegate oltre 700 persone e ne abbiamo ospitato oltre 200 in presenza», interviene Alessandro Lodigiani, country manager Italia R2M Solution. «Abbiamo dimostrato che è possibile innovare, oggi. Lungimiranza, saper fare e contaminazione tra saperi. Questo è successo in queste quattro giornate romane, quello che ci portiamo a casa è che la strada è lunga, ma è un momento in cui c’è un’accelerazione incredibile. Quello che abbiamo notato, in questa edizione, è che si può collaborare e fare squadra in modo diverso senza essere preoccupati di perdere qualcosa».
Il sito dell'iniziativa