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Rieti: Ricostruzione di un Capoluogo di Provincia. Da “Amazon” ad Accumoli

Rieti: Ricostruzione di un Capoluogo di Provincia. Da “Amazon” ad Accumoli

Viviamo momenti difficili. La nostra serenità è minata da terremoti di forte intensità e dal procedere di uno sciame sismico in un’area territoriale a noi molto prossima. Questa condizione di emergenza ha determinato una situazione sociale complessa e problematica. La vita quotidiana di una vasta popolazione è messa in crisi dall’instabilità e dal conseguente rischio di disgregazione. Il momento dell’emergenza si distingue da qualunque altro: esso è caratterizzato da paura, impotenza, elaborazione del lutto in circostanze straordinarie. C’è molto disorientamento e si fatica a riconoscere e ritrovare equilibrio nel mondo nel quale ciascuno ha vissuto fino a ieri.

Resistenza La risposta deve andare delle singole vittime, per la ricostruzione dell’identità socioculturale e del senso di comunità. Ogni catastrofe richiede una “resistenza” sociale e comunitaria. Le strategie da attivare rispondono al bisogno di soccorso, cura, messa in sicurezza della popolazione. Occorre il ripristino delle attività sociali e istituzionali di base (scuola, strutture sanitarie, enti locali). Nei momenti di crisi la comunità è tenuta a dimostrare la propria maturità, la forza di reagire, la capacità di programmare il futuro. Resilienza È necessario orientare individui e comunità alla ri-progettazione della vita sociale e della città. Vanno stimolati atteggiamenti di consapevolezza e partecipazione ai processi decisionali che investono le collettività. Occorre dimostrare capacità di resilienza e intelligenza collettiva. Integrare È necessario programmare il nostro prossimo futuro. Nel passato nessuna azione esaustiva ha guardato in maniera integrata al patrimonio edilizio e alla dimensione sociale e psicologica della comunità. Edifici pubblici e strategici, scuole, edilizia privata, centri storici: oggi è necessario dare inizio a una ricostruzione strutturale e architettonica dei comuni colpiti dal sisma affiancata da una puntuale ricostruzione sociale. Evitare lo spopolamento dei borghi periferici ricostruendone l’identità comunitaria legata ad un territorio di cui la città di Rieti è capoluogo. Aggregare Orientare ciascuno verso la dimensione associativa e aggregativa vuol dire elaborare e superare un trauma collettivo. La nostra città e i nostri borghi possono essere contesti di “ben-essere,” luoghi di prevenzione delle dimensioni collettive di disagio. Finanziare Si può realizzare questa visione con le risorse che il Governo mette a disposizione delle città che ricadono nei territori più vulnerabili. E’ necessario chiedere importanti investimenti. Il Decreto Legge è un primo importante passo in avanti. Valutare: il rischio Il sisma sta sfogando la propria energia in un’area relativamente lontana da Rieti. Le faglie nel nostro comune non danno segno di attività. Significa che di fronte al terremoto siamo oggi nella stessa probabilità dei mesi e degli anni passati. Questo scenario sarà forse stabile per anni, eppure la poca distanza non rende il sisma meno pauroso, anche se senz’altro meno pericoloso. Valutare: il da farsi Il destino di Rieti è stato diverso da quello di Amatrice e Norcia. Uno dei terremoti più grandi che l’Italia ricordi, nel capoluogo ha prodotto danni minimi. Si può partire da qui per ragionare sul da farsi, nella consapevolezza che esiste un margine di tempo che potrebbe rivelarsi anche
estremamente limitato. Più saremo veloci nel programmare e intervenire sul patrimonio edilizio e monumentale del nostro territorio, su azioni sociali e sulla città a dimensione di tutti, più ridurremo i rischi e le probabilità di danni per il futuro. Agire: oggi Come Assessore all’urbanistica del Comune di Rieti, mi paiono prioritarie alcune azioni che si possono attuare subito e altre che necessitano di un percorso più complesso, su cui è bene iniziare da oggi a lavorare.
  1. Riparare i piccoli danni subiti dagli edifici scolastici per garantire il prima possibile la ripresa delle lezioni. Nei casi in cui si prevedono lavori prolungati per riportare ad uno stato di agibilità alcuni edifici scolastici, occorre individuare strutture alternative, adeguate ad ospitare l’attività didattica nella totale serenità.
  2. Dopo l’approvazione del Decreto Legge sul sisma, che vede compreso il nostro Comune nel “cratere”, è necessario operare in somma urgenza per puntellare prima e recuperare poi, nel più breve tempo possibile, i monumenti architettonici danneggiati e quelli più vulnerabili.
  3. Approvare e rendere vigente subito il Programma Pluriennale di Attuazione già adottato dal Consiglio Comunale, per consentire ai numerosi privati in attesa di avanzare proposta di Piani di lottizzazione, in modo da favorire la ripresa di una nuova edilizia antisismica e energeticamente all’avanguardia.
  4. Dopo l’approvazione del Decreto Legge sul sisma è doveroso costituire da subito il previsto “Ufficio speciale per la Ricostruzione” così come già previsto dall'art. 2 del Decreto del 17.10.2016. L'ufficio dovrà comprendere tutti i referenti per lo sviluppo di una città sostenibile e a misura di tutti per azioni di ampio respiro, prevedere un piano adeguato per l'edilizia scolastica, da condividere insieme a Regione, e Provincia, e al contempo deve permettere immediatamente, snellendone la burocrazia, i lavori per la ricostruzione “leggera” cioè quelli sugli edifici codificati dalle schede Aedes come A e B. L’obiettivo è il rientro nel breve tempo nelle case, accompagnando tale fase con servizi resi al cittadino finalizzati allo sviluppo della resilienza individuale e collettiva. Una consapevole cultura del rischio è necessaria quando è impossibile la totale rimozione del rischio.
Agire: domani Programmare interventi sulla città, azioni integrate ed efficaci volte a favorire una rigenerazione territoriale complessa e complessiva. Queste le proposte:
  1. Definire immediatamente un Piano di recupero dell’intero centro storico di Rieti (e successivamente dei borghi minori) suddiviso e programmato in Unità Minime di Intervento. Con interventi pubblici chiari, definiti e condivisi, è possibile, in un tempo determinato, il recupero e la rigenerazione dell’intero patrimonio architettonico dal forte valore culturale e identitario. Un patrimonio oggi estremamente vulnerabile. Tale piano dovrà prevedere la possibilità di intervenire con tutti gli strumenti permessi dalla normativa vigente, attraverso anche operazioni chirurgiche di demolizione, di demolizione e ricostruzione e/o attraverso la definizione di ipotesi mirate alla ristrutturazione urbanistica di ambiti critici.
  2. Definizione di un nuovo e opportuno strumento amministrativo, il “fascicolo sismico”, facoltativo ma da incentivare con sgravi fiscali, da istituire attraverso l’approvazione di un apposito regolamento. Uno strumento volto ad incentivare e coordinare gli interventi di rinforzo locale e di miglioramento sismico come segmenti di un progetto di adeguamento di ciascun aggregato strutturale.
  1. Scegliere subito il comprensorio denominato “Nord Stazione FS”, zona Porrara, come luogo per una proposta innovativa di iniziativa pubblico-privata. Una superficie su cui definire azioni volte alla ricucitura del nuovo con l’esistente, al fine di localizzare nuovi plessi scolastici, nuove tipologie residenziali, nuovi edifici destinati a servizi pubblici e commerciali. Si tenga conto che:
    1. a)  sull’area il vigente PRG prevede di operare attraverso l’approvazione da parte del Consiglio Comunale di un Piano Quadro;
    2. b)  l’operazione di iniziativa pubblica dovrà incardinarsi sulla definizione di percorsi condivisi per la definizione di un “Accordo di programma”, a tutela di tutte le parti in causa, volto a coinvolgere anche le aree contigue dell’ex Zuccherificio, e il mantenimento dei carichi urbanistici già definiti dal PRG vigente;
    3. c)  è necessario preservare il carattere “verde” dell’area, la centralità urbana cui essa è destinata, i diritti edificatori dei molteplici piccoli proprietari di terre, le potenzialità insite nel coinvolgimento del capitale privato e del mondo imprenditoriale.
  2. Comprendere nei nuovi interventi le progettualità già avviate, comunali (Città a misura di bambino, quindi di tutti), ed europee (Progetto Vital Cities che presuppone l’individuazione di percorsi volti al benessere della comunità per una città “vitale”, della salute, della sicurezza e del benessere diffuso). Allo scopo è necessario continuare a predisporre progettualità finalizzate a finanziamenti regionali, statali ed europei, come già fatto per Ri(vi)Ve e Rieti 2020 - Parco circolare diffuso. Si tratta di progetti di rigenerazione adatti ad affrontare le sfide urbane del prossimo futuro e atti a contrastare le vulnerabilità del nostro territorio: Declinare le azioni precedenti in una visione più ampia di rigenerazione territoriale capace di pensare le azioni locali come integrate, in cui l’idea di città si amplia e va a comprendere i servizi socio culturali e le politiche sociali di area vasta.
    1. a)  con il monitoraggio sismico degli edifici strategici, quali le scuole e i luoghi pubblici;
    2. b)  con l’istituzione di fondi per l’adeguamento di edifici privati;
    3. c)  con il superamento della vulnerabilità dovuta al rischio idraulico;
    4. d)  con lo sviluppo di contesti sociali di ben-essere e di prevenzione del disagio sociale
Superare e prevenire La letteratura scientifica sulle conseguenze e sugli effetti sulla popolazione dei disastri e delle calamità naturali indica quanto lavoro ci aspetta nei prossimi anni per fronteggiare le nostre difficoltà e il trauma dei nostri vicini di casa. Indica anche quanti disagi e quali sintomi si svilupperanno nel tempo. I nostri territori debbono essere pronti e in grado ad affrontarli da una parte e di prevenirli dall’altra. Una visione di sistema Possiamo mettere in moto meccanismi virtuosi, dare vita a una città moderna, ma non fredda e distante, a contesti urbani accoglienti e salutari, promuovere una cultura della resilienza, della condivisione e della cooperazione, agire in risposta ai bisogni individuali e collettivi, sviluppare interventi di comunità, mettere in rete la città con tutti i contesti locali circostanti, quelli nazionali ed europei. Possiamo e dobbiamo pensare oggi a definire il ruolo che Rieti dovrà svolgere all’interno del corridoio nord dell’area metropolitana di Roma, “Civiter”, e dell’asse trasversale che va da Passo Corese alle aree esterne del territorio provinciale. Rieti ha l’opportunità di sviluppare la sua vocazione naturale: quella di essere lo snodo di un “Area vasta” di “BenEssere” che va da Amazon ad Accumuli. La nostra provincia negli ultimi mesi è salita alla ribalta nazionale e sovranazionale per due eventi: l’arrivo di Amazon a Passo Corese, e la tragedia del terremoto di Amatrice e Accumoli. E’ necessario tenere insieme il territorio tutto, considerando la complessa realtà socioeconomica e questi due scenari che hanno caratteri opposti. Da un lato abbiamo un modello di sviluppo, che già si conosce, frutto di un investimento dall’alto di una multinazionale che porterà lavoro e prospettive di una certa natura; al suo opposto abbiamo la tragedia di Amatrice e Accumoli con cui dobbiamo confrontarci con una programmazione differente che richiede un capovolgimento della piramide e dello sguardo. Luoghi in cui, per ri-costruire futuro, è necessario predisporre azioni radicate e dimensionate sul territorio, in cui fare rete di servizi, individuare scenari di condivisione territoriale, costruire veri e propri strumenti di garanzia, "nuovi patti sociali" di futuro e innovazione sociale. Rieti è al centro della linea ideale marcata dalla freccia direzionale "Amazon - Accumoli"; è al centro di due opposti. Può e deve divenire il perno di una programmazione e rigenerazione territoriale unitaria per la ricerca di un nuovo benessere condiviso e diffuso. 

Fonte: Comune di Rieti

(Pubblicato il 10 novembre 2016)

10/11/2016
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