Ecomondo 2013, la presenza di AUDIS
AUDIS ha partecipato attivamente alle giornate di lavoro di Ecomondo 2013 con la presenza in due convegni, uno il 6 novembre nell’area Città Sostenibile e uno il 7 novembre nell’area del Decomissioning organizzato in collaborazione con la rivista ECO – Dea Edizioni.
Il primo convegno, intitolato “Consumo di suolo e rigenerazione urbana” (a cura di EDICOMEDIZIONI, CRCS – Advisory Board di Città Sostenibile, e Ambiente), ha visto i saluti di apertura di Ferruccio Favaron (Presidente Dipartimento Politiche Urbane e Territoriali del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC). Con la conduzione di Paolo Pileri (Politecnico di Milano | CRCS), sono intervenuti Bernardino Romano (Uuniversità de L’Aquila) “Misurare e limitare il consumo di suolo”, Andrea Arcidiacono (INU | CRCS) con “Limitazione del consumo di suolo e rigenerazione urbana”, Marina Dragotto (AUDIS) con “Criticità e prospettive per la rigenerazione urbana in tempo di crisi”, Paolo Testa (CITTALIA - Fondazione Anci Ricerche) con “Rigenerazione Urbana e consumo di suolo: il futuro dei Comuni”, Damiano Di Simine (LEGAMBIENTE Lombardia) con “La revisione del quadro giuridico nazionale. Riflessioni sulle proposte di legge in corso” e Antonio Minetti (REGIONE MARCHE) con “Consumo di suolo e rigenerazione”.
Il dibattito ha fatto emergere in primo luogo la necessità di legare le politiche per combattere il consumo di suolo alle politiche per la rigenerazione urbana. Finché non si creeranno in modo concreto le condizioni per intervenire sistematicamente sulle aree da rigenerare presenti all’interno del territorio urbanizzato (si includono le aree dismesse dall’industria, dal terziario e dai servizi, ma anche i quartieri residenziali pubblici e privati), sarà difficile bloccare il consumo di suolo green sul quale si riversa la domanda di nuova edificazione che il territorio continua a esprimere.
Alcune linee d’azione sono state presentate dai diversi relatori:
- una legge di riforma del sistema di governo del territorio che stabilisca principi comuni su tutto il territorio nazionale;
- una riforma della fiscalità che da un lato penalizzi il consumo di suolo green e dall’altro definisca una fiscalità urbana di scopo (impedire ai Comuni di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la cassa ordinaria);
- vincolare la possibilità di utilizzare nuovo suolo all’aver riutilizzato almeno il 75% (o tutto) del suolo dismesso/degradato;
- ideare forme di coordinamento a scala sovra comunale, anche con l’uso di premialità e/o agenzie regionali, che consentano di gestire le politiche sul consumo di suolo per non penalizzare alcune parti rispetto ad altre;
- ridefinire vere e proprie politiche urbane che contribuiscano a costruire gli strumenti di gestione della rigenerazione urbana e a ricostruire una cultura urbana positiva che rimetta al centro i vantaggi di una città compatta dal punto di vista sociale, ambientale, economico e culturale;
- incentivare gli interventi di rigenerazione urbana semplificando le norme e le procedure amministrative.
Il secondo convegno intitolato “Decomissioning- Dismissioni, bonifiche e rigenerazione: protagonisti a confronto” è stato organizzato con il format della tavola rotonda e ha visto la partecipazione di Manuel Marangon (ENI Syndial), Fabio Chiaravalli (Sogin), Igor Villani (Provincia di Ferrara), Sergio Varisco (Regione Lombardia), Donatella Giacopetti (Unione Petrolifera) e Maurizio Massaia (NAD Associazione Italiana Demolitori) con la moderazione di Massimo Viarenghi (Direttore Responsabile rivista ECO) e Marina Dragotto (AUDIS Associazione Aree Urbane Dismesse).
Il dibattito dinamico e molto partecipato anche da parte del pubblico, ha messo in evidenza alcuni nodi del procedimento di bonifica che andrebbero affrontati al più presto per rimettere in moto un’attività fondamentale per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio:
- costruire banche dati pubbliche a sostegno delle buone pratiche di rigenerazione dei territori compromessi sul piano ambientale;
- attuare una semplificazione normativa da parte del Ministero e regolamentativa, da parte anche delle Regioni, che consenta di diminuire gli attriti tra i numerosi attori coinvolti nella procedura di bonifica;
- attuare una piena integrazione tra la normativa ambientale e la normativa urbanistica per evitare di attivare procedure parallele che inevitabilmente si scontrano in alcuni passaggi e comunque rendono incerto l’intero sistema di trasformazione delle aree;
- chiedere al Governo di approvare una Legge sulle demolizioni che si inserisca positivamente nella procedura;
- dotare la pubblica amministrazione delle competenze e del personale adeguato alla difficoltà del compito assegnatole dalle norme, in modo da garantire la fluidità della procedura e dei tempi dell’iter amministrativo;
- superare la logica della gara al massimo ribasso per consentire una selezione delle ditte improntata alla qualità del lavoro e alla garanzia dei risultati;
- consentire una flessibilità progettuale che, senza intaccare le garanzie sulla salute del suolo e delle persone, renda attuabili gli interventi di bonifica e/o di messa in sicurezza delle aree;
- prevedere meccanismi di incentivo alla rigenerazione delle aree inquinate (premialità, fiscalità, ecc), riconoscendo i costi ambientali e sociali del non intervento;
- promuovere l’uso degli Accordi di Programma per superare alcune difficoltà specifiche dei territori nei quali insistono le aree di intervento (esempio positivo l’Accordo di Programma per Porto Marghera);
- utilizzare il prossimo semestre di presidenza italiana della Commissione Europea per riprendere i lavori sulla Direttiva del Suolo, bloccata da diversi anni.
(pubblicata il 14 novembre 2013)
14/11/2013