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Le ultime novità legislative per la rigenerazione di immobili ex militari

Le ultime novità legislative per la rigenerazione di immobili ex militari

Nonostante una lunga vicenda, ancor oggi molti comuni italiani non riescono ad utilizzare il patrimonio immobiliare pubblico dismesso come occasione di rigenerazione e di sviluppo urbano. Il continuo cambiamento di obiettivi e strumenti a livello nazionale ha generato a livello locale illusioni e frustrazioni negli attori istituzionali ed economici, causando uno stato di perenne indeterminazione. Il Governo Renzi sembra segnare un’inversione di tendenza e una rinnovata attenzione su una maggiore operatività al fine di giungere a concrete opportunità di valorizzazione delle aree e degli immobili ex militari.

Dato per scontato che in genere gli enti locali non dispongono delle risorse necessarie per l’acquisizione dei beni e delle aree (i Comuni non diventano i proprietari degli immobili, lo Stato però si scarica dei costi di manutenzione), è stata promossa l’attualizzazione dei principi iniziali del federalismo demaniale e soprattutto la modifica dell’iter procedurale dei protocolli d’intesa. In questo contesto appare fondamentale il ruolo affidato all’Agenzia del Demanio che, dopo un periodo di rapporto instabile ed incerto con il Ministero della Difesa1, sembra ora affidataria del ruolo e delle competenze per gestire in modo più efficace questi processi.
Considerando le esigenze di razionalizzazione dello Stato e della condivisione degli scenari di rifunzionalizzazione del proprio patrimonio immobiliare, anche attraverso progetti integrati finalizzati alla realizzazione di opere aventi una forte valenza di sviluppo sociale, di rigenerazione del territorio e di soddisfacimento degli interessi della collettività, a partire dall’aprile 2014, tra le varie iniziative in atto per la riqualificazione di tali beni, il nuovo ministro della Difesa Roberta Pinotti ha istituito una “Task Force” di coordinamento con Difesa Servizi S.p.A. e Agenzia del Demanio, con il compito di velocizzare gli iter di valorizzazione del patrimonio non più utile alle esigenze militari. L’obiettivo è quello di creare le condizioni istituzionali per favorire la stipula di protocolli d’intesa ai sensi delle disposizioni dell’art. 56 bis della legge n. 98/2013 del “Decreto Fare”. A tal fine l’aggiornamento di 3 protocolli d’intesa per la riconversione del patrimonio ex militare per Milano, Torino e Roma si muove in quest’ottica per superare problemi di coordinamento e conseguenti difficoltà applicative.
Gli esiti degli interventi dovrebbero essere indirizzati verso il riuso, in particolare le dimensioni e l’ubicazione delle caserme consente di mobilitare capitali pubblici e privati, per costruire partnership finalizzate ai processi di riconversione e riuso, essenziali in questo momento di crisi economica.
Federico Camerin

(pubblicato il 6 novembre 2014)



04/12/2014
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