È stato presentato lo scorso 26 novembre nell'Ufficio di Presidenza della Commissione Ambiente, il Rapporto per il 2020 "Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell'impatto delle misure di incentivazione", a cura del Servizio Studi e del Cresme.
Il documento fornisce una stima dell'impatto economico delle misure di incentivazione fiscale spettanti per le spese sostenute per gli interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Il documento di quest'anno fa anche riferimento agli effetti determinati dalla crisi provocata dall'emergenza sanitaria da Covid-19 e indica una prima stima dell'impatto potenziale sul mercato del "Superbonus 110%" introdotto nel corso del corrente anno.
Nello specifico, in ordine alla evoluzione normativa degli ultimi anni relativa ai diversi incentivi, il rapporto evidenzia come il settore delle costruzioni sia entrato nel “settimo ciclo edilizio” della storia del Paese dal secondo dopoguerra, un ciclo che sarebbe più corretto definire “primo ciclo dell’ambiente costruito”, per sottolineare le nuove caratteristiche del mercato e le sfide innovative e di modello di offerta che questo richiede in termini di riqualificazione energetica, tecnologie e qualità dell’abitare.
Le costruzioni hanno avviato la loro ripresa prima molto moderatamente, e poi con valori contenuti ma significativi nel 2018 e nel 2019, trainate dalla riqualificazione del patrimonio esistente e dalle opere pubbliche. La crescita del settore si è però interrotta improvvisamente nel 2020, in conseguenza dell’emergenza sanitaria.
Nel 2020 il valore della produzione nelle costruzioni, secondo le stime del CRESME, diminuirà del 7,4%, un dato migliore di quello dell’economia in generale, ma in forte contrazione rispetto a uno scenario che stava diventando, su vari fronti di attività, positivo. Nel 2020, in particolare, per l’attività di manutenzione straordinaria si prevede una contrazione del 10,4%, superiore a quella delle nuove costruzioni (-7,4%). Le ragioni di tale flessione sono da imputare certamente alla crisi pandemica ma una causa concorrente della contrazione dell’attività di manutenzione straordinaria risiede anche nel fatto che nel corso del 2020 è arrivato sul mercato l’incentivo del “superbonus 110%” rispetto al quale diverse attività di manutenzione straordinaria sono state comprensibilmente differite in attesa del pieno avvio del percorso attuativo che prelude all’operatività del nuovo incentivo.
Il rapporto dedica anche una specifica attenzione all’impatto potenziale sul mercato del “Superbonus 110%”, per il quale è stata elaborata una prima stima sugli importi aggiuntivi (nell’ipotesi del mantenimento della norma attualmente vigente) di 2.421 milioni di euro, tutti nel 2021, e, nell’ipotesi di un prolungamento dei benefici a tutto il 2022, di 8.069 milioni di euro, dei quali 1.614 nel 2021 e 6.455 nel 2022.
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