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Trento: “La pianificazione morfologica della città”

Trento: “La pianificazione morfologica della città”

Esiste una tecnica che consenta di prefigurare l'esito delle trasformazioni urbane –  sia che coinvolgano ambiti estesi, sia limitate a interventi puntuali – rendendole tra loro coerenti? Potrebbe essere questo, in sintesi, l'argomento di cui si è discusso nel convegno "La pianificazione morfologica della città" che si è tenuto il 1° dicembre a Trento, e che ha presentato per la prima volta in Italia uno strumento largamente usato negli Stati Uniti: lo SmartCode.

Si tratta di un approccio form-based alla pianificazione composto da due elementi integrati: una zonizzazione semplificata, basata sulla densità delle parti urbane e sulla loro gerarchia; e due insiemi di regole che disciplinano coerentemente i caratteri degli spazi pubblici da un lato (strade, piazze e altri spazi aperti) e i parametri geometrici e tipologici degli edifici dall'altro.

Come ha dimostrato Duane Phillips, l'architetto che dirige DPZ – Europe, la sede berlinese dello studio Andrés Duany e Elizabeth Plater-Zyberk, lo SmartCode è una tecnica di controllo morfologico estremamente flessibile e adattabile, che si sta progressivamente diffondendo anche in Europa. Si calcola che negli USA 45 milioni di persone vivano oggi in circa 600 insediamenti – dalle dimensioni di Seaside a quelle di Miami – governati da regole morfologiche che vengono costantemente aggiornate e integrate da una vasta comunità di urbanisti, organizzati in diverse associazioni che fanno capo al CNU (Congress for the New Urbanism). Nel resto mondo, lo SmartCode è attualmente impiegato con successo nei contesti più diversi, per interventi di conservazione, ricostruzione, trasformazione e nuovo insediamento. Il Kuwait lo ha recentemente adottato come strumento generale, concentrando in poco più di un centinaio di pagine l'insieme delle regole morfologiche che si estendono dalla pianificazione d'ambito nazionale e regionale sino a quella attuativa e alla progettazione architettonica sul singolo lotto.

A fronte di un coerenza formale che può essere più o meno dettagliatamente prefigurata, lo SmartCode consente inoltre una notevole semplificazione delle procedure autorizzative: prescindendo dal caso limite del Bahrein  (dove  bastano poche ore per ottenere un permesso di costruire), in molti casi, anche europei, i tempi per il rilascio delle autorizzazioni si riducono a poche settimane, con l'ambiziosa previsione di abbreviarli a qualche giorno. A parte queste performance amministrative – che a noi sembrano impossibili – sul piano urbanistico i vantaggi di questo strumento maturano a monte e si producono a valle. A monte, la codifica morfologica richiede un importante lavoro collettivo di pre-elaborazione dei caratteri morfologici che caratterizzano (o dovrebbero caratterizzare) le diverse parti urbane: gli ambiti suburbani, le zone prevalentemente residenziali, le parti più dense, centrali e caratterizzate dalla presenza di attività terziarie. A valle, ci si attende che le trasformazioni – sia quelle che investono interi ambiti dismessi, sia quelle prodotte dagli interventi minori ed episodici del metabolismo urbano – si compongano entro un quadro coerente che eviti definitivamente la produzione di nuovi "non luoghi" e aiuti quelli esistenti ad acquisire un'identità urbana chiaramente definita. Infine, la pianificazione morfologica sembra offrire maggiori chance di realizzazione rispetto alla pianificazione attuativa convenzionale (inclusi piani integrati d'intervento e altre forme di pianificazione derogatoria convenzionata), che registra sempre più frequenti battute d'arresto.

Il Convegno, organizzato dall'Ordine degli Architetti e dall'Università di Trento, con il supporto di Step (la Scuola per il territorio ed il paesaggio della Provincia autonoma di Trento) ha registrato una buona partecipazione e un notevole interesse, anche per il carattere inedito dei suoi contenuti. I materiali che hanno accompagnato le relazioni e la videoregistrazione del convegno sono disponibili sul sito di Step, e si prevede che ulteriori approfondimenti potranno seguire e concludersi auspicabilmente , almeno nelle intenzioni dei promotori, con qualche applicazione sperimentale.

I documenti del convegno possono essere scaricati all'indirizzo


Contributo a cura dell'architetto Beppo Toffolon


(Pubblicato il 14 dicembre 2016)



14/12/2016
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