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InCittà, così ConfCommercio guarda alle economie urbane di domani

InCittà, così ConfCommercio guarda alle economie urbane di domani

“InCittà” è il percorso di ConfCommercio dedicato al presente e al futuro delle città italiane e delle loro economie urbane. Nelle scorse settimane si sono tenute due a Bologna e Milano, distinte nelle forme e nelle modalità, eppure accomunate, oltre che dal nome e dalla firma di Confcommercio, anche dalle finalità e dalle tematiche.

A Palazzo Re Enzo di Bologna, il 20 e 21 novembre scorsi si sono svolte due giornate di confronto tra istituzioni, imprese, mondo accademico, esperti e società civile per discutere come rigenerare gli spazi urbani e valorizzare le economie di prossimità affrontando temi che spaziano dalla desertificazione commerciale alla mobilità sostenibile, dalle sfide demografiche alle politiche abitative, dal rapporto tra turismo e vivibilità dei centri storici al ruolo della cultura e dell’intelligenza artificiale nella trasformazione urbana. Tra i partecipanti, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, il vice presidente della Commissione europea, Raffaele Fitto, il presidente delle Regioni Massimiliano Fedriga, l’Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra, il presidente di Unioncamere Andrea Prete, l’eurodeputato Dario Nardella.

Si partiva da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio che evidenzia come negli ultimi 12 anni l’Italia ha registrato una riduzione di oltre 140mila attività di commercio al dettaglio, tra negozi e attività ambulanti, con cali particolarmente accentuati nei centri storici e nei piccoli comuni. Un trend che, senza nuove ed efficaci politiche di rigenerazione urbana e senza interventi per riutilizzare gli oltre 105mila negozi sfitti (un quarto dei quali da oltre un anno), è destinato ad aggravarsi ulteriormente con il rischio di perdere, da qui al 2035, altre 114mila imprese al dettaglio. In pratica, quasi un quarto delle attività oggi esistenti sparirebbe con gravi conseguenze per l’economia urbana, la qualità della vita e la coesione sociale. Questo è confermato anche dall’analisi della densità commerciale, cioè il rapporto tra numero di negozi e abitanti, che evidenzia come le città del Centro-Nord sarebbero quelle più esposte con una riduzione di negozi che potrebbe arrivare al 26,8%, mentre nel Mezzogiorno il calo si attesterebbe all’8,8%, soprattutto per la riduzione dei residenti e il minor ricorso agli acquisti online. 

Confcommercio, anche attraverso il progetto Cities, propone un’Agenda Urbana Nazionale da definire insieme a Governo, Regioni e Comuni, per rigenerare i centri urbani valorizzando le economie di prossimità e le imprese del terziario di mercato. L’obiettivo è creare un quadro stabile e integrato delle politiche urbane, armonizzando i Distretti Urbani dello Sviluppo Economico e promuovendo strumenti condivisi contro la desertificazione commerciale e per una logistica urbana sostenibile.

Il 2 dicembre il dibattito si è trasferito a Milano, in occasione dell’evento organizzato da RCS Academy e Corriere della Sera, sempre in collaborazione con Confcommercio. Qui è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha parlato delle risorse da mettere in campo per consentire alle città di essere più attrattive e competitive: trasporti efficienti, opportunità di lavoro e di sviluppo.
Secondo Paolo Testa, responsabile Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana Confcommercio-Imprese per l’Italia, «le città hanno bisogno di una forte azione politica e di un chiaro indirizzo strategico per mettere insieme intelligenze, risorse e competenze. Necessario rafforzare il dialogo tra pubblico e privato».

Per Gianfranco Viesti, professore di Economia dell’Università di Bari, «meno negozi significa città meno sicure, difficoltà per le persone anziane, maggiore inquinamento e il rischio di perdere i turisti che non cercano la musealizzazione degli spazi urbani. Bisogna intervenire con decisioni collettive e fare investimenti».
Nel dibattito che ha chiuso la giornata milanese è intervenuto anche il nostro presidente Tommaso Dal Bosco, che ha ribadito i punti essenziali portati avanti da Audis nella definizione del concetto di città, a cominciare dalla necessità di decentrare le principali funzioni della città, come cura, istruzione e lavoro. 


06/12/2025
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