L’evento di Conegliano si colloca nel quadro delle azioni intraprese da parte dell’Ordine degli Architetti di Treviso per sensibilizzare la comunità locale sul faticoso percorso di recupero e rigenerazione dell’area industriale ex Zoppas / Zanussi di Conegliano. In questo quadro, l’evento non si è limitato ad attingere alla problematica contestuale del caso concreto, il quale è stato lasciato sullo sfondo, come spunto e occasione per impostare un discorso sulla rigenerazione urbana di più ampia portata. Significativa, a tal fine, la presenza di un folto pubblico, con una elevata percentuale di studenti e cittadini, che ha reso l’evento un efficace strumento per la disseminazione di una cultura urbana innovativa.
L’evento, sviluppatosi nell’arco di un’intera mattina, è iniziato con l’introduzione tenuta dall’architetto Dino de Zan, cui sono seguiti i saluti istituzionali da parte del Presidente dell’Ordine degli Architetti di Treviso, Marco Pagani, e dell’Amministrazione Comunale; la mattinata è quindi proseguita con le relazioni dei sei relatori invitati, la cui successione e integrazione è risultata particolarmente felice.
Valerio Barberis, Assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici del Comune di Prato, ha illustrato gli assi portanti dell’Agenda Urbana locale, e i progetti operativi in corso di attuazione, evidenziando come la pratica del riuso sia uno strumento fondamentale per ripensare in profondità il senso e la qualità dei sistemi urbani. La sua relazione ha insistito molto sull’importanza che i singoli interventi di riuso non rimangano brani episodici, ma si inseriscano in una chiara strategia generale, in modo da produrre valori aggiunti sull’intera scala urbana.
Ha fatto seguito la relazione dell’architetto Gabriella Incerti, protagonista in prima linea dell’esperienza del Workout Pasubio (WOPA), riguardante il riuso dell’area ex Manzini di Parma promosso per lungo tempo dall’Ordine degli Architetti locale; un’esperienza il cui successo, ha sottolineato la relatrice, è dipeso anche dalla scelta di non adottare per il WOPA un programma rigido, in favore di un approccio inclusivo e aperto a soddisfare le variegate esigenze spaziali della comunità locale. Rilevante la discussione del passaggio che sta ora vivendo il WOPA, sul quale, dopo un lungo periodo di attivazione in regime di temporaneità e spontaneità associativa, stanno per maturare gli esiti di una progettazione definitiva e di una stabilizzazione della governance, chiamati oggi alla sfida di non comprimere quegli spazi di agibilità, flessibilità e inclusione, che hanno costituito sinora il DNA di questo centro.
Il successivo intervento di Federico della Puppa, docente IUAV, ha consentito di allargare il raggio della trattazione, esplorando alcuni casi di studio europei (La Friche a Marsiglia, Spinnerei a Lipsia e Užupis a Vilnius) emblematici della delicatezza connaturata all’inevitabile e per molti versi, auspicabile passaggio tra un iniziale spontaneismo temporaneo, spesso connotato da risvolti di informalità, e la sua successiva formalizzazione in un programma architettonico, urbano e funzionale definitivo e per così dire, istituzionale. La lezione che si ricava da queste esperienze, ha concluso il relatore, è che la rigenerazione non si risolve con un progetto, ma che debba invece essere affrontata mettendo in campo processi incrementali, multilivello, complessi e integrati.
Proprio da questo spunto ha preso avvio la relazione di Roberto Malvezzi, responsabile dell’area formazione AUDIS, il quale ha introdotto brevemente ulteriori tre casi di studio: Strijp-S ad Eindhoven, Île de Nantes a Nantes e Barriera Milano a Torino. In questa descrizione, i temi principali sino ad allora introdotti durante l’incontro, ovvero la necessità di passare da un’ottica di progetto a quella di processo rigenerativo incrementale, il contributo fondamentale derivante dall’attivazione spontanea, dalla creatività e dall’inclusione di una comunità locale, e la centralità di incardinare i processi rigenerativi all’interno di una chiara strategia urbana, sono stati esplorati all’interno di programmi di rigenerazione sviluppati sulla larga scala e sul medio-lungo periodo. Dal confronto sono emerse anche alcune differenze essenziali tra gli approcci seguiti nei diversi casi, che lasciano intravvedere in filigrana il consolidarsi, all’interno dei paesi europei, di diversi modelli per la rigenerazione urbana, i quali seppur con alcune varianti strutturali importanti, perseguono l’obiettivo comune della più efficace collaborazione tra soggetti pubblici e privati, al fine di dare piena attuazione a strategie urbane ambiziose e coraggiose.
Ha quindi preso la parola Giuseppe Capocchin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti/PPC, il quale oltre a fornire alcuni aneddoti significativi relativi ai programmi di rigenerazione di alcune città europee, raccolti nella propria esperienza, ha insistito sul lavoro che il Consiglio sta portando avanti sul campo a livello ordinistico per sensibilizzare le reti professionali locali sulla necessità di una presa di consapevolezza rispetto a questi temi, al fine di riconquistare agli architetti un ruolo di primo piano nelle sfide che attendono le nostre città. Un lavoro del quale, in prospettiva, attendiamo di vedere gli effetti.
Ha chiuso la mattinata il Professor Roberto Masiero (IUAV), chiamato a un’operazione di sintesi del materiale esposto in precedenza. Tra le molte corde toccate, la ferma convinzione che la rigenerazione urbana non possa che guardare al paradigma che ha dettato le più recenti evoluzioni in campo industriale, nel quale, dopo la fine del fordismo in favore di un regime di maggiore sussidiarietà interna alle grandi organizzazioni, si è assistito recentemente al travolgente successo dei modelli di “open innovation”, nei quali la collaborazione orizzontale, le interazioni interdisciplinari, le variabili intuitive legate alla creatività e alla facilitazione di processo, ma soprattutto, la condivisione degli obiettivi sono le chiavi vincenti.
Si è iniziato dicendo che questo evento era parte di un quadro di azioni promosse dall’ordine degli architetti locale a supporto della rigenerazione del patrimonio industriale dismesso di Conegliano; da parte di AUDIS non può che venire un pieno riconoscimento della qualità dei contenuti espressi nel loro complesso durante la mattinata trascorsa insieme, e un convinto auspicio che questa possa contribuire utilmente alle future iniziative locali nel campo della rigenerazione urbana.
Roberto Malvezzi
Il programma dell'evento