Le città medie lombarde costituiscono la più alta concentrazione di città medie italiane e rivestono conseguentemente grande rilevanza nella struttura territoriale regionale. In estrema e approssimata sintesi, è possibile delineare la città media attraverso la lettura di due elementi combinati: il livello demografico minimo di un determinato centro amministrativo, rilevante e riconosciuto; il grado di concentrazione di servizi essenziali e qualificati offerti sul territorio circostante.
Le città lombarde sono considerate fortemente stabili per qualità urbana e in grado di esercitare attrattività degli investimenti e del flusso di popolazione, seppure gli ultimi dati demografici non evidenzino trend di crescita significativi, mentre sembra riemergere una capacità centripeta di Milano. Nella crisi ormai evidente del modello di sviluppo della “città diffusa”, che negli ultimi quarant’anni si è caratterizzata per un fortissimo consumo di suolo e di capitale sociale dovuto alla enorme dispersione di popolazione e servizi, la necessità di tornare a considerare i vantaggi della città compatta è diventata impellente.
La città compatta, rappresentata in Italia da tutti i capoluoghi di provincia, ha tutte le caratteristiche per rispondere all’esigenza di costruire economie di scala sui servizi alla persona e alle imprese (dagli asili alle case di riposo, dalle strutture sportive a quelle ospedaliere, dai servizi finanziari ai servizi legati alla rivoluzione informatica), alla volontà di ridurre i consumi energetici e i problemi legati ai cambiamenti climatici e alla necessità di razionalizzare i costi della vita e aumentare le occasioni di lavoro legate all’innovazione.
Da questo punto di vista, in Lombardia la rete delle città medie costituisce un sistema di estremo interesse che - connesso a Milano affermata ormai come nodo urbano di scala europea – può essere organizzato come punto di forza di assoluta eccellenza, capace di rispondere alle sfide del nuovo ciclo di sviluppo dei paesi occidentali. La comprensione dei fenomeni sperimentati su potenzialità e criticità di questi sistemi urbani è, dunque, necessaria per indirizzare orientamenti strategici delle politiche urbane.
In questa chiave risulta sicuramente utile raccogliere e misurare le esperienze di governo, le valutazioni e le considerazioni maturate direttamente sul campo. L’intento, proposto con l'iniziativa Città in dialogo: le città medie lombarde nel nuovo ciclo di sviluppo, è di avviare un confronto e una riflessione su quanto e come le città medie possano costituire l’ossatura di un prossimo ciclo di sviluppo e di una economia solida, partendo dalla loro complessa – non lineare - articolazione tra specificità territoriali e incerti modelli di sistema.
L'iniziativa, promossa e organizzata da AUDIS, Urbanlab, INU Lombardia e Ordine architetti, pianificatori, paesaggisti, conservatori della Provincia di Como, si svolgerà all'Università dell'Insurbia di Como il 9 maggio a partire dalle 14.30.
Gli ambiti tematici, discussi durante l'appuntamento, possono essere raccolti nell’interrogativo sugli specifici asset individuati dalle singole medie città lombarde per affrontare il mutamento radicale contemporaneo e gli scenari prefigurabili.
Una riflessione sull’agenda delle necessità strutturali esogene, quali le risorse economiche e giuridiche, e sulle politiche di sistema per quegli obbiettivi generali riconosciuti come condivisibili e per le quali può essere avviata un’azione comune. La città media non come modello astratto unificato, ma come rete organizzata di specificità.
Per necessità di sintesi nella programmazione del convegno si è ritenuto di poter individuare quattro aree di indagine: demografia, offerta culturale, lavoro, servizi alla persona (la città pubblica) e alle imprese.
I temi saranno introdotti da qualificati relatori che, dai loro osservatori disciplinari, illustreranno contenuti di analisi e possibili prospettive. In particolare interverranno: Angelo Monti (Urbanlab), Silvia Viviani (INU), Lorenzo Bellicini (CRESME), Alessandro Rinaldi (Centro studi Unioncamere).
La seconda parte dei lavori sarà dedicata ad una riflessione a più voci coordinata da Marina Dragotto e Manuela Panzini, sulle sollecitazioni emerse coinvolgendo gli amministratori delle città invitate.
L'evento sarà disponibile via webinar con assegnazione di crediti formativi per gli architetti a cura dell'Ordine degli Architetti PCC di Como.
(Pubblicato il 20 aprile 2017)