L’IRSE di Pordenone (Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia), in collaborazione con l’Ordine Architetti/PPC e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Pordenone, organizza un ciclo di incontri aperti a tutti sui temi della sostenibilità alla scala edilizia e urbana. Gli incontri, introdotti e coordinati da Giuseppe Carniello dell’IRSE, si svolgeranno presso l’Auditorium del Centro Culturale “Casa A. Zanussi”, dalle 15:30 alle 17:30, con il seguente calendario (il programma completo è disponibile presso il sito del centro culturale A. Zanussi):
Martedì 17 ottobre: Nuove tecnologie a impatto zero per una città intelligente. Costi economici e costi sociali di un’edilizia sprecona (Saverio Panata, Carlo Ratti Associati);
Martedì 24 ottobre: Manutenzione continua. Responsabilità da condividere per una città sostenibile (Lorenzo Fabian, docente IUAV);
Martedì 7 novembre: Dagli insediamenti produttivi agli ecosistemi imprenditoriali. La pratica della rigenerazione urbana quale strumento di sviluppo economico (Roberto Malvezzi, Responsabile Formazione AUDIS);
Martedì 14 novembre: Quella sottile linea verde. Verde urbano non solo decoro vero strumento di sostenibilità e qualità della vita condivisa (Laura Zampieri, docente IUAV. Cristina Amirante assessore Urbanistica e pianificazione del territorio; Marco Toneguzzi, Politiche del Territorio; Andrea Brusadin, Difesa del suolo e Protezione civile - Comune di Pordenone).
AUDIS parteciperà al terzo incontro, dedicato al tema della rigenerazione di aree industriali dismesse. L’intervento di AUDIS si inserisce nel quadro delle problematiche e delle prospettive suscitate dal fenomeno della dismissione che ha investito il territorio locale, in un modo che viene così riassunto nella nota di programma:
“La crisi industriale ha avuto esiti devastanti sul nostro apparato produttivo e non si intravvedono inversioni di tendenza. Capannoni vuoti sono sparsi ovunque; una eventuale ripresa industriale si svilupperà con nuove tecnologie produttive che richiedono minori spazi, producono minori emissioni e sarebbero compatibili con molte attività non industriali: residenza, servizi per gli anziani e per l’infanzia, servizi sanitari, scuole. La rigida divisione per zone funzionali che ha caratterizzato l’urbanistica nel ventesimo secolo potrebbe essere superata, con le pratiche di rigenerazione urbana. Tutto il patrimonio in via di abbandono dovrebbe essere censito e ripensato ab-origine senza abbandonarlo ad un degrado tristissimo e devastante per la città. Non è un problema sconosciuto: le crisi industriali ci sono sempre state; in Europa ci sono interessanti storie di recupero, che potrebbe essere utile documentare e conoscere per attivare un circuito virtuoso anche a Pordenone. Partendo da questi presupporti, l’incontro sarà volto a illustrare alcuni casi di studio Europei, in cui la dismissione di vaste aree industriali o produttive ha stimolato l’innesco di percorsi complessi di rigenerazione urbana, che hanno portato a riconfigurare intere parti di città in ecosistemi imprenditoriali innovativi, secondo strategie di sviluppo chiare e di lungo periodo. Questi casi verranno analizzati nei loro elementi strutturanti, in modo da identificare le principali differenze con la situazione italiana e da delineare alcune direzioni, da cui trarre ispirazione al fine di sbloccare anche nel nostro paese simili percorsi virtuosi.”
Contributo a cura di Roberto Malvezzi
(Pubblicato il 19 ottobre 2017)