Il 19 dicembre scorso è stato presentato, a Roma presso l’aula dei gruppi parlamentari della Camera, la relazione sull’attività svolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie che ha svolto il suo lavoro dal 25 novembre 2016 al 14 dicembre 2017.
Dopo un saluto, non rituale, della Presidente della Camera On.le Laura Boldrini, che ha ricordato i temi emersi nei suoi numerosi incontri, in tutto il Paese, con gli abitanti dei quartieri più degradati, ha preso la parola la Presidente della Rai, Dott.ssa Monica Maggioni, che ha presentato il film “Un mondo di lato”, realizzato dall’ente televisivo con la collaborazione della Commissione, che documenta - con immagini riprese durante i numerosi sopralluoghi e interventi assai significativi dei cittadini - un anno di indagine che ha toccato pressoché tutte le periferie delle grandi aree urbane italiane.
Il Presidente della Commissione, l’On.le Andrea Causin (FI) ha introdotto gli interventi dei Vice Presidenti, On.le Roberto Morassut (PD), estensore del rapporto finale, e On.le Laura Castelli (M5S). Tutti hanno evidenziato l’ingente e approfondita mole di lavoro svolto ma, soprattutto, le sue conclusioni approvate unanimemente dalla Commissione. Un fatto giudicato significativo, sia perché il rapporto finale è stato votato in periodo pre elettorale, sia per la convergenza di tutta la Commissione sull’analisi del tema periferie e la ricchezza e innovazione delle proposte legislative e normative che essa propone di adottare da parte delle Istituzioni.
Causin ha sottolineato che, "come dimostrano le statistiche più recenti, il livello di investimento strategico sulle maggiori città europee per la digitalizzazione, le infrastrutture, il sistema ambientale, la mobilità sostenibile, la cultura e la formazione, la rigenerazione urbana senza consumo di suolo, le politiche attive per il sociale e per l'abitare, sono enormemente cresciute, mentre in Italia è accaduto il contrario, essendo verticalmente diminuito in tutte le maggiori città il volume degli investimenti su opere e servizi a vantaggio della spesa corrente".
Per Morassut "le città non si possono più espandere, basta con il consumo di suolo. È necessario avviare un serio programma di rigenerazione e rammendo. Per le politiche abitative, invece, è importante tornare a fare edilizia pubblica per i ceti popolari ma senza espandere le citta'".
"Il lavoro della Commissione - afferma Alessandro Almadori di Ater Umbria e AUDIS - è stato importante e contribuisce a fissare alcuni punti fermi rispetto al tema della rigenerazione delle nostre periferie e quindi delle nostre città. Si è ragionato di vecchie e nuove policy fissando alcune priorità importanti, tra le quali spicca quella della necessità di un’agenzia o un dipartimento delle politiche urbane che pensi, renda efficaci e infine misuri le politiche che si metteranno in campo per affrontare questo tema ormai non più rinviabile. Di particolare rilievo è stata anche la riflessione sulle politiche dell'abitare come elemento strategico e prioritario per la riqualificazione e rigenerazione di questi luoghi.”
Nella relazione vi è un riconoscimento dell’esigenza di non confinare le politiche per le periferie in un ambito specifico, ma di considerarle come una componente essenziale di una nuova questione urbana. La periferia non è un luogo geografico ma una condizione di vita nella quale le disuguaglianze prendono forma anche fisica. Non si tratta, dunque, di estraneità di luoghi rispetto ad altri, ma di “pezzi” di società estranei ad altri. Infatti in molte delle realtà urbane indagate le stimmate della periferia non si rinvengono ai bordi estremi dell’abitato, ma anche in alcune aree centrali. Per combattere più efficacemente il degrado delle città occorre, quindi, agire su più piani contemporaneamente.
Su quello dell’assetto territoriale, con una più generale riforma urbanistica e nuove norme che rendano possibile realizzare progetti di vera rigenerazione urbana; su quello della governance dei processi di governo del territorio, superando le contraddizioni emerse anche nei nuovi assetti istituzionali, su quello dello sviluppo economico sostenibile e non ultimo sulle politiche sociali, per l’integrazione, e per la promozione e diffusione della cultura. Tutto questo con un più forte raccordo politico nazionale e una altrettanto forte sintonia con le politiche urbane europee.
Nel suo intervento il ministro dell’Interno, On.le Marco Minniti, ha ricordato che la Commissione fu istituita allo scopo di individuare misure per rendere più sicure le aree urbane periferiche ma che, dai suoi lavori, è emerso ben presto che la prevenzione dell’insicurezza è, in primo luogo, una questione di sviluppo sociale. Occorre saper suonare contemporaneamente tutta la tastiera degli strumenti da mettere in campo, non solo quelli propri del mantenimento dell’ordine pubblico, ma in primo luogo quelli della diffusione e difesa della democrazia attraverso l’integrazione sociale e la promozione culturale. “Serve la polizia, ma soprattutto un progetto urbanistico, integrazione sociale, cultura, scuola, formazione, lavoro. Non c’è una relazione tra immigrazione e terrorismo, ma c’è tra immigrazione e disagio sociale. Per questo bisogna agire per superare questo disagio e gli interventi nelle aree urbane degradate non devono fermarsi all’urbanistica ma agire su tutti i piani che consentano integrazione e promozione sociale per nuovi e vecchi cittadini”.
In questo senso la decisione del governo, con la prima e la seconda tranche varata proprio in questi giorni e che finanzia ulteriori 93 progetti, con uno stanziamento di un ulteriore milione e 600mila euro, segna un’inversione netta di tendenza nella ripresa degli investimenti pubblici verso le città, per superare la fragilità della loro dimensione pubblica.
Contributo a cura di Umberto Mosso
Foto: Tor Bella Monaca (Jpeg fotoservizi)
(Pubblicato il 21 dicembre 2017)