Ci avviciniamo alla prossima assemblea in ritardo. In realtà abbiamo rinviato inutilmente fino a oggi dato che comunque ci ritroveremo solo online e senza l’evento che speravamo di fare per celebrare il 25° anniversario dalla fondazione di AUDIS.
E allora sfruttiamola fino in fondo questa assemblea per fare una riflessione a tutto tondo sull’associazione.
Abbiamo attraversato un anno terribile. Abbiamo perso Marina. Non l’abbiamo persa solo come riferimento affettivo e culturale. L’abbiamo persa anche come inesauribile risorsa operativa.
Abbiamo dovuto misurarci con l’inesorabile contrazione di risorse che vivono un po’ tutti in questa fase e, diciamolo pure, in particolare il mondo delle associazioni “culturali” come la nostra che non hanno altra missione se non quella di condividere e accrescere la conoscenza nello scambio relazionale.
Missione troppo sofisticata e di lungo momento per poter portare agli associati dei vantaggi di breve su cui misurare l’opportunità di partecipare alla vita associativa.
Eppure, siamo ancora qua. E, in questo quadro, possiamo ancora esibire dei risultati molto buoni. Un bilancio in equilibrio e una progettualità che, se anche avete seguito quanto abbiamo cercato di raccontarvi o sulla newsletter o nelle comunicazioni dirette, non esito a definire lusinghiera, sia per l’apporto economico che è riuscito a dare all’associazione, sia per la qualità e lo standing dei partner con cui è stata pensata e condotta: Eni, Enel, Snam, Università di Parma, Città metropolitana di Milano, Assolombarda, Legacoop Lombardia, ConfCooperative Lombardia, Comune di Merano.
Segno che il brand AUDIS è ancora credibile e spendibile anche ai livelli più alti.
Con i progetti che abbiamo realizzato e che sono ancora in corso di attuazione, abbiamo mirato principalmente ad un obiettivo, quello di aprire nuove opportunità di mercato legate alla rigenerazione urbana. Senza abbandonare l’idea di perseguire un modello ideale di approccio alla rigenerazione basato sulla ricerca, l’approfondimento e la sperimentazione ma guardando di più al mondo di chi opera concretamente per la trasformazione delle città.
Penso che ci siamo riusciti: facciamo solo un esempio, oggi le strategie di intervento basate sul superbonus dei principali operatori sono apertamente orientate ad avere interlocutori pubblici come i Comuni per garantire il perseguimento di valore pubblico su scala più grande piuttosto che valore individuale per i singoli beneficiari degli incentivi. Questo significa spazio di lavoro per tutti gli operatori della rigenerazione. Buono sia per i legittimi obiettivi economici, sia per quelli più qualitativi.
E allora? Tutto bene?
No, certo che no. Restano ancora aperti molti nodi su un operato che, per quanto si possa dire abbia raggiunto obiettivi eccellenti, non fatico a comprendere che possa essere considerato da alcuni autoreferenziale. Frutto di scelte estemporanee basate su opportunità passeggere non basate su una strategia strutturata e condivisa.
Per questo, nel periodo che ci separa dalla prossima assemblea che sarà più o meno nella prossima primavera, vorrei lanciare una nuova fase di confronto partecipato in cui chiarirsi sulla missione associativa, sulle regole di partecipazione e sull’organizzazione che dovrà incaricarsi di garantirne il perseguimento.
Una nuova fase costituente alla quale spero tutti vogliano partecipare. La partecipazione è essenziale per la vita di una associazione. Lo è sui principi fondanti ma lo è anche nella attività di tutti i giorni altrimenti, fatalmente, essa finisce per diventare autoreferenziale.
A noi in questa fase, con i traumi che abbiamo subito, la crisi epocale in cui siamo immersi e le trasformazioni che siamo chiamati ad affrontare su un tema così sensibile come il nostro, questa cosa manca particolarmente.
Dobbiamo dimostrare insieme la volontà di ritrovarla.
Tommaso Dal Bosco
Presidente AUDIS