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PNRR: un'opportunità, ma per chi?

PNRR: un'opportunità, ma per chi?

La ripresa autunnale si annuncia gravida di scadenze molto importanti per il Paese. La parte italiana della Recovery and Resiliente Facility denominata Next Generation EU, che sarebbe il nostro PNRR, tra calendario a tappe forzate per le riforme e programmi di spesa, sta un po’ affannosamente entrando nella fase esecutiva. L’attenzione mediatica è somma. E anche le aspettative, come era logico attendersi, molto alte.

Permettete però al sottoscritto di esprimere qualche perplessità e suggerire una lettura diversa.

Non sta emergendo nel Paese una interpretazione innovativa dei processi di trasformazione fisica e sociale capace di giustificare l’aspirazione (per alcuni un vaticinio) al nulla sarà (o dovrà essere) più come prima.

La sensazione che ho e che voglio condividere con i nostri lettori è che l’attuale Governo, forte della sua autorevolezza riconosciuta soprattutto a livello internazionale, stia forzando tempi e modi all’interno però di uno schema di gioco vecchio, che nel paese non ma mai ben funzionato e, dalla cui applicazione, hanno guadagnato solo i soliti noti: politici svelti a intestarsi decisioni di spesa da sbandierare in conferenza stampa senza curarsi del fatto che rimangano annunci, intermediari di risorse pubbliche che inizieranno a giocare quando si arriverà alla attuazione delle “misure”, esperti di assistenza tecnica capaci di determinare le modalità ancora totalmente ignote, con cui le risorse verranno messe a disposizione.

È certo che queste saranno le categorie più beneficiate dal gigantesco programma di spesa che ci si accinge a varare e di cui, invece, quelli che dovrebbero essere i veri beneficiari dal superamento del gap infrastrutturale, dalla transizione ecologica e digitale e dal rinnovamento della PA (cioè la moltitudine di cittadini che, oggi più di ieri, combatte con trasporti inefficienti, scuole inospitali, e una burocrazia lenta e inaffidabile) non ne sappiano ancora praticamente nulla e si chiedano, un po’ smarriti: davvero nulla sarà più come prima? Senza sapere se sperarlo oppure temerlo.

Non ci sfugge come sia importante cercare di tenersi informati sforzandoci di interpretare gli astrusi codici comunicativi delle istituzioni e confidando che, prima o poi, a fianco ai roboanti nomi dei programmi di spesa (che, apposta e un po’ provocatoriamente ho ricordato all’inizio di questo intervento) emerga qualche informazione utile sul come, con chi e dove, le cose promesse si potranno realmente fare in modo da capire se sia possibile condividere obiettivi operativi e conduzione dei processi.

Ma, al netto di questo, è bene che noi di AUDIS teniamo la barra dritta sulle tematiche che ci sono care: sostenibilità, innovazione nell’approccio agli investimenti, strategie finanziarie piuttosto che spesa pubblica, attenzione ai processi.

Su questo, applicato ai temi della rigenerazione urbana, nel PNRR non c’è nulla. C’è invece molto di più nella attività dell’azienda casa (ACER) di Ferrara che, nell’anno del suo centenario (vedasi programma di celebrazioni pubblicato qui) ha deciso di applicare il modello di intervento elaborato da AUDIS con il contributo e la partecipazione delle società operative di ENEL, ENI e SNAM dedicate alla riqualificazione edilizia tramite i crediti d’imposta di eco, sisma e super bonus e si appresta a pubblicare un bando da quasi 20 milioni di Euro per riqualificare unitariamente un intero quartiere cittadino di edilizia popolare.

C’è molto di più nel lavoro che come AUDIS, grazie allo straordinario contributo intellettuale e operativo del nostro socio Roberto Nastri, architetto esperto di finanza immobiliare, abbiamo fatto con l’Università di Parma e la Città Metropolitana di Milano sulla attuazione del Piano per la mobilità sostenibile metropolitano all’interno di un progetto di ricerca finanziato dalla Presidenza del Consiglio e che ora sarà oggetto di un programma di disseminazione prima della definitiva consegna del quale sarete informati e al quale sarete tutti invitati.

AUDIS quindi c’è. È viva e più forte con il nuovo direttivo allargato che, nel corso della seduta del proprio insediamento tenuta martedì scorso a Milano nella elegante e come al solito ospitalissima sede di Dentons, in esecuzione della nuova configurazione decisa nell’assemblea di Venezia, ha selezionato al proprio interno un esecutivo ristretto che io definisco un po’ “gli sherpa del direttivo” di cui faranno parte, insieme a me, la vice presidente Patrizia Vianello, Chiara Lucchini, Marco Marcatili e Francesca Mazzocchi.

Nuovi obiettivi e un ambizioso programma al quale contribuiranno tutti i soci e che sarà allargato anche a partecipazioni esterne soprattutto per rinsaldare lo storico legame con le amministrazioni comunali in un quadro di attività pensato per farle tornare protagoniste della propria rigenerazione e non oggetto su cui far ricadere progetti di investimento pensati altrove.

Buon lavoro

Tommaso Dal Bosco, presidente AUDIS


23/09/2021 editoriale
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